A Brescia via Gesù bambino dai canti di Natale per non offendere gli islamici
Anziché intonare le parole originali del testo della canzone natalizia “Canta perché è nato Gesù”, gli scolari dovranno intonare «Canta perché è festa per te». Lo hanno deciso le insegnanti di una scuola di Pontevico, nel Bresciano, per non urtare la sensibilità dei bambini musulmani e di quelli di famiglie atee. A darne notizia il quotidiano Il Giorno, che ha raccontato anche le motivazioni della scelta. Le insegnanti della scuola primaria hanno infatti cambiato le parole della canzone “Merry Christmas-Buon Natale” e tolto ogni accenno alla nascita di Gesù Bambino, creando uno spettacolo che nel loro intento vorrebbe soddisfare le esigenze di bimbi di tutte le culture, origini e religioni.
“Per coerenza le insegnanti di Pontevico non vadano in ferie a Natale”
«Per scelta della “dirigente scolastica” Paola Bellini quest’anno non ci sarà una Festa di Natale ma una “festa per la pace”, senza Gesù Bambino nei canti, per “una questione di rispetto” per gli studenti stranieri. Siamo alla follia! Genitori, su la testa! P.s. Chissà se questi “educatori” rinunceranno alle ferie di Natale…». Così Matteo Salvini su Facebook contesta la decisione e conquista l’adesione di migliaia di utenti. «Quella di modificare il testo di una canzone è stata una decisione presa dalle maestre per andare incontro al concetto i “educazione interculturale” – ha spiegato la professoressa Bellini – Gli spettacoli sono stati organizzati all’interno di un progetto di propedeutica in collaborazione con il Corpo bandistico Alessandro Vattrini. Non saranno eventi di Natale, ma manifestazioni musicali nelle quali i bambini canteranno dei brani che richiamano temi universali come quelli di pace e solidarietà».
Le proteste del parroco di Pontevico: “Non toccate il canto di Natale”
Protestano anche il parroco del paese, monsignor Antonio Tomasoni, e il curato don Antonio Forti, che metteranno a disposizione degli alunni della scuola il teatro dell’oratorio, dicono: «La canzone deve essere interpretata nella forma originale. Chiedere all’oratorio la concessione del teatro con questo spirito non va molto bene».