Dal centrodestra niente sconti: «Nuova legge elettorale e subito al voto»
Mentre il Quirinale scalda i motori per dare l’avvio alle consultazioni istituzionali, i partiti esibiscono i muscoli. Ad eccezione dei centristi e della minoranza del Pd guidata da Bersani, che non fanno mistero di voler portare la legislatura alla sua scadenza naturale del 2018, gli altri, a cominciare dal centrodestra, invocano il voto subito. Di mezzo, però, c’è la sentenza della Corte Costituzionale sull’Italicum e la conseguente possibilità/necessità di mettere mano ad una nuova legge elettorale. E poi c’è Matteo Renzi, non più premier ma ancora con in mano le carte per dare uno sbocco alla crisi. Mattarella ha accettato “con riserva” le sue dimissioni. Una formula che non esclude il reincarico. Ma Renzi, almeno al momento, non sembra interessato. L’ex-ministro Cesare Damiano, suo compagno di partito considera il bis «l’unica ipotesi non praticabile».
Il centrodestra: «Nessuna fiducia a nessun governo»
Fosse davvero così, a Renzi spetterebbe comunque fare il nome del successore. Se non lo farà, sarà chiaro a tutti che si è messo di traverso nell’illusione (fallace) di poter capitalizzare politicamente il 40 per cento di consensi ottenuti dal “sì” al referendum. A quel punto la strada verso il ricorso anticipato alle urne non troverebbe ostacoli. E, in questo, La posizione dell’ex-premier sembra coincidere con quella dei suoi avversari del centrodestra. Persino con quella di Renato Brunetta che in un tweet ha chiesto il voto subito dopo la nuova legge elettorale avvertendo che «da Forza Italia nessuna fiducia (arriverà) ad alcun governo». Più o meno lo stesso concetto ha espresso Luigi Di Maio, del M5S: «Non serve un governo per fare una legge elettorale – ha detto dai microfoni di Sky Tg24 -. Il Parlamento mette in calendario la legge elettorale, si fa, si aspetta la sentenza della Consulta e si va a votare». Più articolata la posizione di Giorgia Meloni, leader di FdI-An, che interpellata dal Foglio circa l’estensione anche alla Camera del Consultellum (cioè la legge elettorale partorita dalla Consulta in sede di bocciatura costituzionale del precedente Porcellum) ha fornito una risposta tutt’altro che scontata: «Meglio il Consultellum che il quarto governo di fila imposto». In ogni caso, ha «io ho fatto una proposta di modifica che mi sembra molto più efficace».
Robert Fico (Ue): «Da Renzi errore politico clamoroso»
Le fibrillazioni italiane tra governo, M5s e centrodestra tengono il resto d’Europa con il fiato sospeso. Per il premier slovacco e presidente di turno dell’Ue, Robert Fico le elezioni anticipate potrebbero creare un «problema serio», dal momento che – secondo quanto riferito dall’agenzia Ctk – si potrebbe concludere con una vittoria del «comico» Beppe Grillo e quindi con la possibilità di avere, subito dopo, di un «referendum sull’euro». Allora, a suo giudizio, «comincerà a essere un problema serio». Il premier slovacco ha poi parlato anche del referendum di domenica scorsa: «Fin dall’inizio era evidente che il premier italiano avrebbe preso una bella batosta. Fare un ricatto su un tema di politica interna che quasi nessuno capisce è il peggior errore politico che si possa commettere». Una conclusione che sembra un epitaffio.