Dure le reazioni da destra: “Gentiloni? Quello che fa entrare i clandestini…”
Molto dure le reazioni all’incarico di Paolo Gentiloni, soprattutto da parte del centrodestra. “Conosco Gentiloni sin dai tempi del liceo, quando al Tasso di Roma guidava gruppi dell’estrema sinistra. Poi si è moderato al punto che oggi è uno dei protagonisti di una politica di importazione di clandestini che ha raggiunto in Italia livelli record. È anche sbagliata la lettura che alcuni giornali superficialmente fanno considerando Gentiloni un interlocutore amico dell’emittenza televisiva privata. Quando fu ministro delle Comunicazioni tra il 2006 e il 2008, provò in tutti i modi a modificare la mia legge senza riuscirci perché il governo Prodi era molto precario e la sua sopravvivenza dipendeva dal trasporto forzato di senatori a vita a Palazzo Madama”. Lo afferma Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia. “Solo per quello – prosegue – non smantellarono la legge che con saggezza regola il sistema radiotelevisivo. Le solite letture buoniste della stampa sono quindi del tutto sbagliate. Forza Italia starà all’opposizione in maniera chiara rivendicando un ruolo decisivo nella stesura della nuova legge elettorale, come ieri abbiamo ribadito con la posizione espressa da Berlusconi, senza estremismi ma senza nessuna arrendevolezza. Il basso profilo di Gentiloni può essere un problema in più per l’Italia. Da ministro degli Esteri ha avallato tutte le scelte sbagliate di Renzi. Sotto il profilo democratico, ricordiamo che arrivò terzo alle primarie del Pd per la carica di sindaco di Roma, superato da Marino e Sassoli. La sua ascesa a Palazzo Chigi dimostra che tutti possono avere una speranza e che non sempre il consenso è il metro con cui si attribuiscono incarichi. A maggior ragione è opportuno che siano gli elettori il prima possibile in questo Paese ad esprimersi con chiarezza”. Da parte sua Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia rileva che “del discorso di Gentiloni fa impressione l’assenza di ogni riferimento ai tempi della legge elettorale mentre al contempo il premier incaricato individua tra i compiti da assolvere addirittura la ricostruzione dei guasti del terremoto: una ricostruzione che potrebbe durare anni. Bene ha fatto quindi Giorgia Meloni ad annunciare per il 22 gennaio una mobilitazione contro il quarto governo scelto dall’alto e non dal popolo e per confermare l’urgenza di andare ad elezioni”. Neanche la Lega è tenera: “La filosofia dell’incarico a Gentiloni è cambiare tutto perché nulla cambi. E’ tutto come prima. Questa è la riedizione del governo Renzi, cambia solo la guida”. Così Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, sul nuovo governo. “Noi sosteniamo che l’unica soluzione è garantire la stabilità e, per farlo, non si può nominare un nuovo governo, ma dare modo agli italiani di tornare alle urne – continua il governatore -. E’ dal 2008 che il presidente del Consiglio non esce dalle urne e questo è grave in un Paese dove si sbandiera tanto la democrazia”. Per Daniela Santanché, di FI, “ci auguriamo che il nuovo governo arrivi il prima possibile ad approvare una nuova legge elettorale e poi si ritorni al voto. Gli italiani hanno fame di democrazia”. Sulla stessa lunghezza d’onda il senatore azzurro Renato Schifani: “Al Pd spettava la responsabilità di formare un nuovo governo: ci auguriamo che Gentiloni assuma come priorità la necessità di trovare il più largo consenso possibile sull’unico tema all’ordine del giorno: la riforma della legge elettorale. Poi toccherà agli italiani scegliere, con il voto, chi guiderà il Paese nei prossimi anni”.
Gentiloni, è un coro di critiche
Ed ecco i grillini: “Duole constatare, come sempre, l’inutilità del ruolo del Presidente della Repubblica che ha portato avanti per due giorni delle consultazioni farsa per scegliere, in ultimo, il nome che Renzi aveva fatto giorni prima. Un nome che si circonderà dei Verdini, Alfano, Berlusconi, Lotti e simili, mummie della politica”. Lo scrive su Facebook il deputato M5S Manlio Di Stefano attaccando il futuro governo Gentiloni. “Questa volta l’operazione di maquillage l’hanno fatta proprio alla luce del sole. A Renzi serve qualche mese per far dimenticare agli italiani la sua faccia da schiaffi e il Paese che ci ha consegnato, così ha scelto (lui, mica Mattarella) il fantoccio perfetto, quello che ha coperto questo ruolo già per anni, per ultimo come Ministro degli Esteri dove si è distinto per esser stato sempre dalla parte sbagliata della storia”, scrive Di Stefano. E Luigi Di Maio conferma l’Aventino del M5S: “Ricorderemo a questo governo che è illegittimo, che si basa sul tradimento degli elettori. Non parliamo di collaborazione, parliamo di mobilitazione, di manifestare contro questo governo in maniera pacifica nelle forme che saranno decise nelle prossime ore. Non abbiamo intenzione di votare né la fiducia né il No al governo Gentiloni che è frutto di una manovra di palazzo”. Dall’estero, invece, giunge un commento positivo, e guarda caso, proprio dalla Germania: “Mi congratulo di cuore con Paolo Gentiloni per la nomina a nuovo presidente del consiglio dell’Italia. È stato un collega fantastico”. Così il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier in una nota. “La mia collaborazione con lui è stata stretta, amichevole, e piena di fiducia. Ad entrambi l’amicizia fra Germania e Italia è stata molto a cuore. Di recente abbiamo inaugurato insieme a Berlino una mostra sul destino dei militari italiani internati nella seconda Guerra mondiale”, ha ricordato Steinmeier, “augurando a Paolo molto successo al vertice del governo italiano”. Bene: siamo a cavallo….