Il governo Gentiloni incassa la fiducia alla Camera con 368 sì (ma senza Verdini…)
Il governo Gentiloni ottiene la fiducia alla Camera. I voti a favore sono stati 368, 105 i contrari. Domani mattina, al Senato, un altro dibattito e un altro voto di fiducia. Alle 9,30 inizierà la discussione generale, che proseguirà fino alle 13. Seguirà la replica del presidente del Consiglio.
Dopo il dibattito della mattinata e le dichiarazioni programmatiche, nel pomeriggio Gentiloni aveva replicato alle opposizioni, citando Luigi Tenco: «Ho sentito dire che noi non avremmo riconosciuto la sconfitta referendaria. Devo dire, citando la canzone, “se stasera sono qui…”, è perché abbiamo riconosciuto le ragioni, l’abbiamo fatto». Poi l’appello all’aula: «Serve cambiare le regole per andare al voto. Dopo la fiducia questo sarà un governo a pieno titolo».
Fuori dall’aula M5S e Lega
I deputati di M5S e Lega hanno disertato l’Aula, lasciando i propri banchi. E Gentiloni ha attaccato i Cinquestelle, assenti in Aula: «Abbiamo i super paladini della centralità del Parlamento che nel momento più importante della vita parlamentare non ci sono. Vi sembra logico: “Vogliamo talmente bene al Parlamento che non ci andiamo”», ha detto. Confermata la defezione dei deputati verdiniani di Ala, che non hanno votato la fiducia, come annunciato nel dibattito da Enrico Zanetti: «Noi non parteciperemo al voto perché farlo significa scegliere tra una sfiducia che non intendiamo dare in questa fase e tra una fiducia a dinamiche politiche, di questo governo, che ci sfuggono. Apporto sui singoli provvedimenti ci sarà, ma voteremo le cose che ci convincono nella misura in cui non saremo parte integrante di una maggioranza, perché quando si è parte di una maggioranza si vota anche quello che convince meno, ma lo si difende in una logica di squadra». Un primo segnale di guerra, ma non certo l’ultimo, visto che al Senato i voti di Ala pesano molto di più…
Dieci voti in meno di Renzi
Dieci voti meno di Renzi. La fiducia della Camera al governo Gentiloni non bissa quella del suo predecessore. Matteo Renzi, nel 2014, ottenne dai deputati 378 voti favorevoli, Gentiloni si è fermato a quota 368. Il nuovo governo ha avuto invece molti meno voti contrari rispetto a quello di Renzi, perché questa volta c’è stato l’Aventino dei eputati del M5s, della Lega e di Ala, che hanno deciso di disertare la votazione. Contro Renzi votarono 220 deputati, mentre i no a Gentiloni sono stati solo 105.