Il “Guardian” incorona Fabio Pisacane calciatore dell’anno: è un esempio

29 Dic 2016 14:49 - di Roberto Mariotti

È Fabio Pisacane è il “Giocatore dell’anno” per il Guardian. Il quotidiano inglese ha deciso di assegnare il premio al difensore del Cagliari. La motivazione: «La sua straordinaria determinazione a raggiungere la serie A dopo avere sofferto della sindrome di Guillain-Barré all’età
di 14 anni». La storia di Pisacane è definita dal Guardian di “grande ispirazione”.

La malattia di Fabio Pisacane

Al giocatore, com’è noto, fu diagnosticata da giovanissimo la grave malattia che si manifesta con una paralisi progressiva. Pisacane trascorse tre mesi e mezzo in ospedale. Per 20 giorni rimase addirittura in coma. Poi la riabilitazione, la lenta risalita, il sogno di giocare in serie A inseguito con coraggio. E infine realizzato il 18 settembre scorso. Il tecnico del Cagliari, Massimo Rastelli, lo ha fatto debuttare nel match contro l’Atalanta vinto dai sardi per 3-0. E a fine partita, Pisacane non ha trattenuto l’emozione. «Scusate, non ce la faccio», ha detto davanti ai microfoni. Ed è scoppiato in lacrime.

Le parole del calciatore

La sua favola calcistica ha conquistato il Guardian, che nel suo lungo articolo dedicato a Pisacane ricorda anche come nel 2011, quando giocava col Lumezzane, il giocatore cresciuto nei quartieri spagnoli a Napoli rifiutò 50mila euro per alterare il risultato di una partita: un gesto premiato anche dalla Fifa con la nomina ad ambasciatore per il calcio pulito nel mondo, la stessa conferita in precedenza a Simone Farina. Ora che è arrivato anche il riconoscimento del Guardian, Pisacane non nasconde il suo stupore: «Onestamente, niente di quello che faccio è per essere un esempio per le altre persone. Non fa parte del mio modo di essere, io sono un ragazzo semplice e umile», sottolinea il giocatore, che riguardo la grave malattia che lo ha colpito da giovane afferma: «Ho sempre detto che la malattia non era venuta per uccidermi, altrimenti ora non sarei qui. La malattia è venuta per darmi qualcosa di buono».

 

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