Il M5S si schiera con Vivendi: «Il governo non tuteli Mediaset, non è strategica»
Duro attacco dei deputati grillini contro Mediaset sotto attacco del raider Bollorè e della sua Vivendi. Per i parlamentari di M5S della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni, «è totalmente inappropriato un intervento dell’esecutivo a tutela di Mediaset quando lo stesso (esecutivo, ndr) nulla fece contro l’aggressiva scalata di Vivendi a Telecom Italia, che invece era veramente strategica per il nostro Paese considerando l’infrastruttura di rete in suo possesso».
In una giornata di difficoltà borsistica per il titolo dell’azienda del gruppo Fininvest che, dopo due giorni di rally come conseguenza della scalata di Vivendi, oggi è costretta a incassare forti cali arginati dagli automatici congelamenti al ribasso del sistema di Borsa, i grillini sparano ad alzo zero: «Bizzarro è sostenere, come ha fatto il ministro Calenda – accusano gli esponenti dei Cinque Stelle – che la società di Cologno Monzese “opera in un campo strategico come quello dei media” quando rappresenta la principale concorrente dell’operatore radiotelevisivo pubblico».
«Mediaset – rincarano i grillini della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni – è un’azienda totalmente privata e non è certamente più strategica di Unicredit e delle altre finite già in mano francesi. È chiaro che qualsiasi intervento pubblico a sostegno di Mediaset risulterebbe alquanto anomalo e discriminatorio verso realtà produttive del nostro Paese anche più importanti».
«Le parole del ministro Calenda e del vicesegretario Pd Guerini – aggiunge Mirella Liuzzi, parlamentare lucana dei Cinque Stelle – sottolineano come l’esecutivo “Renziloni” abbia a cura gli interessi del proprio sodale Silvio Berlusconi, visto che i vertici di Mediaset si sono schierati pubblicamente per il sì al referendum costituzionale. Questi interventi di governo e maggioranza sono quindi una vera e propria ricompensa?».
Getta benzina sul fuoco lo stesso Di Battista: «Perché il governo è intervenuto sulle dichiarazioni su Mediaset quando sulla svendita delle antenne di Raiway hanno taciuto. Per M5s ogni grande azienda che passa di mano a stranieri è una perdita ma per noi sono state perdite anche Telecom o Parmalat ma questa attenzione non c’è stata. Noi attacchiamo il consociativismo tra i partiti che tutelano i loro interessi e non si interessano delle aziende e dei posti di lavoro».
Sente il dovere di intervenire nella vicenda, a margine del brindisi informale per gli auguri di Natale con la stampa, anche Giuseppe Recchi, presidente di Telecom di cui il gruppo francese del raider Bollorè è primo azionista con una quota del 24,9 per cento del capitale: «Siamo totalmente estranei alla vicenda, non abbiamo un coinvolgimento né diretto né indiretto» nell’attacco di Vivendi a Mediaset, sostiene Recchi.
Interpellata dall’Ansa a Parigi, una fonte di Vivendi sostiene che la scalata a Mediaset «certamente non sollecitata» tuttavia «non è un atto ostile».
La fonte spiega quale sarebbe la strategia di Vivendi: «vogliamo estendere e rafforzare la nostra posizione in Europa del sud che per noi è strategica. Per questo abbiamo deciso di acquisire le quote di Mediaset». Vivendi considera Mediaset, sottolinea la fonte, come un «asset strategico». Ma, poi, sugli scenari futuri e sull’eventuale possibilità di salire a una quota superiore al 20 per cento oppone un secco “no comment”.
«Vivendi – afferma la fonte a Parigi – è leader nel mondo dei media e dei contenuti. La nostra ambizione è di estendere e rafforzare le nostre posizioni in Europa del Sud che per noi è strategica e con cui condividiamo una stessa cultura. Per questo abbiamo deciso di rivelare questa quota di Mediaset. Per noi è strategico».
La fonte di Vivendi ricorda, poi, che tra Mediaset e Vivendi c’era stato un partenariato ma “è fallito” l’8 aprile scorso: «Il business plan di Mediaset Premium non andava bene, abbiamo cercato un secondo accordo con il gruppo e gli azionisti, ma non è andato a buon fine». Ora, quindi, Mediaset ha un motivo in più per rivolgersi agli avvocati e ai Tribunali.