M5S, si apre il duello interno: Di Battista sfida Di Maio guardando a destra…
Il Diba è già in campo per la leadership dei Cinquestelle in vista delle possibile elezioni Politiche del 2017, quando il M5S proverà a prendere il governo dell’Italia. La volata lunga di Alessandro Di Battista contro il suo rivale, Luigi Di Maio, già iniziata con la pubblicazione del libro e il tour referendario in giro per l’Italia, prosegue adesso con un’alluvione di interviste sui giornali italiani ed esteri, con promesse elettorali e autocandidature più o meno esplicite. E qualche idea liberamente ispirata alla destra più radicale, come quella di espellere tutti i migranti che non abbiamo diritto all’asilo politico. Se non è Meloni o Salvini, poco ci manca. Ma anche su Pmi, fisco, moneta unica e tassazione del gioco d’azzardo il Diba sembra voler sfidare il suo rivale interno per la leadership con un programma meno, molto meno di sinistra di quello di Gigino Di Maio, da sempre considerato il più vicino al mondo renziano o di maggioranza…
Il programma del M5S (o di Di Battista?)
“Non vogliamo discutere mesi e mesi con i partiti sulla legge elettorale. Vogliamo una versione di questa legge approvata dalla corte costituzionale, che auspichiamo arrivi in gennaio”, dice a Repubblica, Alessandro Di Battista , che spiega: “Noi diamo la precedenza alle piccole e medie imprese. Intervenendo in questo ambito la ripresa è assicurata. L’imposizione fiscale deve diminuire. Servono istituti finanziari pubblici che consentano investimenti a favore di queste imprese e il reddito di cittadinanza”. Sul come finanziare tutto questo, di Battista spiega: “Con una seria lotta alla corruzione, che secondo le stime della Corte dei conti costa allo Stato 60 miliardi di euro l’anno. Variando i termini di prescrizione, che interrompono migliaia di processi. Ai politici corrotti va impedito di ricandidarsi. Tutto questo porta denaro nelle casse dello Stato: la corruzione triplica i costi delle opere pubbliche”. “Per evasione fiscale – aggiunge – noi intendiamo i grandi evasori”. “Vogliamo anche – prosegue – aumentare di parecchio le tasse sul gioco d’azzardo, centralizzare la spesa statale, realizzare opere pubbliche funzionali, di dimensioni ridotte rispetto all’Expo o all’Alta Velocità. Vogliamo ridurre i costi della politica, gli stipendi di tutti i parlamentari, anche degli amministratori regionali”. Per la crescita, “noi – spiega – puntiamo sulla Green Economy: una svolta energetica a livello nazionale in direzione delle energie rinnovabili e della sostenibilità”, “puntiamo sull’enogastronomia, una nostra eccellenza, il nostro petrolio. In questo campo bisogna investire nella qualità, nelle start up, nelle piccole e medie imprese. Lo stesso vale per la cultura e il turismo”. “Restiamo nella Ue – aggiunge quindi – ma sulla moneta unica decidano gli italiani”. Sui migranti: “Chi è privo di diritto d’asilo in questa fase storica deve essere espulso”.
La proposta di un referendum sull’euro
Un referendum sull’euro? Anche qui il Diba si ispira a Meloni e Salvini: “Euro ed Europa non sono la stessa cosa. Vogliamo semplicemente che gli italiani decidano sulla moneta”, dice in un’intervista a Die Welt dal titolo “Salvate l’Europa dei popoli”. Alla domanda se l’M5s abbia calcolato le conseguenze di un’uscita dell’Italia dall’euro, Di Battista ha risposto di “conoscere le conseguenze della sua introduzione, la caduta del potere d’acquisto, dei salari, della competitività industriale, del disfacimento sociale e della disoccupazione”. Illustrando la natura dei 5 stelle, l’esponente politico ha detto: “Non siamo un movimento antipolitico, né un partito di protesta”. L’intervista compare al fianco di quella all’ex leader dell’euroscettico Ukip Nigel Farage e si inserisce nel dibattito aperto dal quotidiano tedesco due giorni fa sul futuro dell’Europa. “I nemici dell’Europa sono i tecnocrati”, ha detto a proposito Di Battista, “noi vogliamo salvare l’Europa dei popoli perché questa non lo è”.