Il Mattarellum avvicina i “due Matteo”. Berlusconi pronto alle barricate
Dice il saggio che quando il Palazzo almanacca sulla legge elettorale, per comprenderne in anticipo il punto di caduta bisogna seguire il democristiano. Un po’ come fanno i pm quando applicano il principio del follow the money (segui il denaro) per trovare il filo conduttore delle loro inchieste. Nel nostro caso il dc è Lorenzo Cesa, già alter ego di Pierferdinando Casini e oggi segretario nazionale dell’Udc. Cesa ha annusato l’odore del proporzionale ed è partito subito all’attacco: «Vogliamo il proporzionale con preferenze». Avrà pensato che se restaurazione della Prima Repubblica ha da essere, è meglio farla per intero. Soprattutto se si può spacciare il ritorno al passato come una slancio futurista: «Il Mattarellum è un sistema che andava bene per il passato. Oggi siamo in un sistema tripolare e non garantirebbe governabilità».
Cesa (Udc): «Proporzionale e preferenze»
Più chiaro di così. È di tutta evidenza che le preferenze hanno scarse possibilità di tornare, ma il Cesa-pensiero è indicativo per capire che a differenza di quanto accaduto nel recente passato, stavolta il ritorno al proporzionale è un’eventualità tutt’altro che remota. E questo spiega la fibrillazione che si respira nel centrodestra con la Lega di Salvini e i FdI-An della Meloni nella tricea scavata a difesa del Mattarellum e Berlusconi voglioso di inciucioni post-elettorali. Il sistema proporzionale suonerebbe come un rompete le righe di quel che resta del nostro bipolarismo muscolare: ognuno per sè e tanti saluti all’elettore una volta che ha votato. Salvini lo ha capito perfettamente e per questo si è sintonizzato sulla stessa lunghezza d’onda di Renzi, che all’assemblea del Pd ha rilucidato i vecchi collegi elettorali.
Il Mattarellum non piace a FI: «L’Italia è tripolare, non serve più»
Potenza del Mattarellum ma la ruggine tra i “due Matteo” sembra essersi dissolta come d’incanto: «Renzi lo sentirò per gli auguri di Natale», ha annunciato tra il serio e il faceto il leader leghista da Radio Padania. Attraverso il suo capogruppo alla Camera, Massimiliano Fedriga, la Lega ha tentato di forzare la mano chiedendo la calendarizzazione del Mattarellum e sedute a oltranza anche nelle festività natalizie. Ma l’assalto è stato respinto. La presidente Laura Boldrini, secondo quanto riferito da Fedriga, «ha preso atto che non ci fossero le condizioni per esaminare la mozione». Tutto chiaro: il governo Gentiloni ha gli anni contati.