Mps, Brunetta: «La Bce ha preso a ceffoni i dimissionari Renzi e Padoan»
«Sulla ricapitalizzazione di Mps schiaffo della Banca Centrale Europea al presidente dimissionario Matteo Renzi e al suo altrettanto dimissionario ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. La Bce ha negato all’istituto di Siena, per anni banca del Partito democratico, la proroga di ulteriori 20 giorni per cercare di chiudere la ricapitalizzazione da 5 miliardi di euro attraverso una soluzione di mercato fortemente voluta dal governo». Ad affermarlo è Renato Brunetta.
Mps, rimane una sola possibilità
«A questo punto, l’unica possibilità per evitare il fallimento della banca è quello di un intervento pubblico da parte del Tesoro, da attuarsi in pochissimi giorni», prosegue Brunetta. «Fallisce così il piano della coppia Renzi-Padoan di salvare Mps con l’intervento dei loro amici banchieri internazionali, a partire da JP Morgan, che alla fine non si sono sentiti di investire denaro in un istituto sull’orlo del fallimento. Quella banca che lo statista Matteo Renzi neanche un anno fa definiva “un grande affare”. Talmente era un affare che oggi si ritrova senza un acquirente e con decine di migliaia di clienti che rischiano di perdere tutto il loro denaro».
Gli errori del “premier inconsistente”
«Se il testardo e inconsistente premier avesse proceduto da subito all’immediata nazionalizzazione della banca, previa sospensione del decreto bail-in approvato dal suo stesso esecutivo, oggi l’istituto sarebbe già in sicurezza», incalza Brunetta, «E i clienti avrebbero evitato di perdere l’80% in un anno del valore azionario. Adesso che il pasticcio è fatto, c’è da augurarsi che il prossimo governo, non si sa ancora guidato da chi ma certamente non da Renzi approvi al più presto un decreto contenente le norme del salvataggio pubblico. È la sconfessione definitiva, oltre che di Renzi, anche di Padoan».