Siria, Putin annuncia la tregua. Ma avverte: «Accordi fragili, ci vuole pazienza»
Una sottile speranza di pace s’è accesa in Siria. Sono stati infatti firmati dal governo e dalle forze di opposizione gli accordi per la tregua e per iniziare presto le trattative di pace tra le parti. Lo annuncia Vladimir Putin. “Poco fa è arrivata la comunicazione che poche ore fa è avvenuto un evento che noi non soltanto abbiamo aspettato a lungo ma su cui abbiamo lavorato molto per renderlo possibile”. “Gli accordi – ha detto Putin – sono fragili e hanno bisogno di pazienza e attenzioni particolari”. Il cessate il fuoco, come ha annunciato dall’esercito siriano, partirà dalla mezzanotte.
La delicatezza dell’equilibrio raggiunto è confermata dalle dichiarazioni del Consiglio nazionale siriano (Cns), importante raggruppamento dell’opposizione. Il gruppo s’è detto favorevole al cessate il fuoco, ma ha aggiunto che i gruppi armati ritenuti “moderati” sono pronti a difendersi se attaccati. Soddisfazione per l’accordo è stata comunque espressa anche dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan
Le sigle che aderiscono alla tregua in Siria sono Faylaq Al-Sham, Ahrar al-Sham, Jaysh al-Islam, Suwar Agi Sham, Jaysh al-Mujahideen, Jaysh Idlib e Jabhat al-Shamiyah .Secondo il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu “i comandanti più influenti dell’opposizione armata hanno preso parte ai negoziati, che sono durati due mesi, e hanno permesso di individuare il territorio controllato dai ribelli”. Da questo momento in poi, ha precisato, “chi non deporrà le armi” verrà considerato “un gruppo terroristico”, alla stregua dell’Isis e di Jabhat al-Nusra (che non sono coperte dagli accordi). In tutto le sette formazioni – stando ai dati forniti dal ministero – comprendono almeno “51mila persone”.
Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov ha detto che l’accordo sul cessate il fuoco in Siria verrà presentato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per ottenerne la potenziale di approvazione: “Informeremo i membri del Consiglio di Sicurezza sul lavoro che abbiamo fatto e risponderemo alle loro domande”. È certo presto per per pronunciare la parola “pace”. Ma un passo avanti è stato comunque compiuto