Sondaggi, gli italiani stanno peggio. Ma cercano di salvare almeno il Natale
È un quadro decisamente negativo quello che emerge dal sondaggio natalizio di Swg per Confesercenti. Quasi un italiano su due, il 47%, dichiara di avere meno certezze rispetto allo scorso anno e una quota di poco inferiore, il 42%, ritiene che la situazione economica e sociale del Paese sia peggiorata. Una percentuale che sale al 53% nella fascia tra i 34 e i 54 anni. Di contro, solo il 17% dichiara di registrare un miglioramento.
I flussi migratori all’apice delle preoccupazioni
A preoccupare maggiormente gli italiani sono l’aumento dei flussi di migranti e rifugiati e il rallentamento dell’economia, rispettivamente segnalati dal 47% e dal 46% come gli eventi che hanno maggiormente contribuito a creare incertezza sociale ed economica. Ma incidono anche Brexit ed emergenza terrorismo (entrambi indicati dal 20%), così come i terremoti dell’Italia centrale (17%). L’esito del referendum, invece, rende più incerto solo il 13% del campione, mentre il 45% si dice ansioso per quanto riguarda il quadro politico che ne è emerso.
Il 72% degli italiani ha ridotto le spese
Complessivamente lo stato d’animo degli italiani ha pesanti ricadute sull’economia, con il 72% degli intervistati che ammette di aver ridotto le spese rispetto al 2015, contro un 5% appena che le ha aumentate. Il Natale, però, sembra non doverne risentire più di tanto. Dalla rilevazione, infatti, emerge che la spesa media prevista per i regali si attesterà intorno ai 600 euro, sostanzialmente invariata rispetto al 2015 quando era a 609 euro. «Il 2016 è stato un anno difficile, ma rallentamento economico e instabilità politica non bastano ad abbattere il Natale», si legge nel rapporto collegato al sondaggio.
Aumenta il divario tra chi può spendere e chi non può
Ma se la spesa media resta invariata, aumenta il divario tra chi può spendere e chi ha difficoltà a farlo. Questi ultimi aumentano e si stima che quattro famiglie su dieci spenderanno meno di 250 euro. Sale, invece, dal 13% al 17% la quota di quanti spenderanno più di 800 euro. Il 58% degli italiani spiega che farà regali, magari anche solo simbolici, a tutti i propri cari, mentre il 31% del campione si concentrerà sui più piccoli, che saranno poi destinatari esclusivi di doni nell’11% dei casi.
La top ten dei regali per grandi e piccini
I bambini riceveranno soprattutto giochi didattici (il 20%), libri (il 12%), vestiti (l’11%), giochi tecnologici (10%). A seguire si trovano costruzioni (9%), bambole, trenini e macchinette (8%), giochi tradizionali (7%), giochi di società (6%) e giochi ispirati a serie tv, pubblicità o cinema (4%). Per i più grandi si punta, invece, su capi d’abbigliamento, libri e prodotti enogastronomici di qualità, magari legati alla tradizione. Ma non mancheranno prodotti tecnologici (29%) e abbonamenti in streaming, come Netflix, Spotify e Apple Music. Inoltre, anche per i regali natalizi cresce l’e-commerce: quasi un regalo su tre sarà comprato sul web.
Il Natale come banco di prova per i consumi
Ma è soprattutto ai negozi tradizionali che si guarda per capire cosa sarà della nostra economia. «La stagione natalizia 2016 è un banco di prova importante per i consumi, e, in particolar modo, per i negozi tradizionali: sono infatti proprio le attività di quartiere che hanno pagato in questi anni il conto più salato della crisi», ha spiegato il presidente di Confesercenti, Massimo Vivoli, aggiungendo che «sarebbe bello se, anche per questo, gli italiani scegliessero i negozi tradizionali per i loro regali di Natale».