Turchia, i comunisti curdi rivendicano il feroce attentato terrorista di Istanbul

11 Dic 2016 18:04 - di

Il gruppo estremista curdo Tak (Falconi per la liberazione del Kurdistan), nato da una costola del Pkk e responsabile di molti attentati tra cui gli ultimi di Ankara, ha rivendicato con un comunicato il duplice attacco di ieri sera vicino allo stadio del Besiktas a Istanbul, che ha provocato almeno 38 morti e 155 feriti. Nel comunicato, pubblicato sul suo sito, il gruppo spiega che nell’attacco sono morti anche 2 suoi militanti. L’azione viene descritta come una rappresaglia per la detenzione del leader del Pkk, Abdullah Ocalan, in prigione dal 1999, e per le operazioni militari dell’esercito turco contro i ribelli curdi nel sud-est del Paese, che dall’estate 2015 hanno causato centinaia di morti su entrambi i fronti. Già ritenuto responsabile di diversi attentati in Turchia contro le forze di polizia, il Tak è un gruppo scissionista del Pkk, da cui si dichiara indipendente. Le autorità ritengono tuttavia che il legame tra le due organizzazioni continui a esistere.

Istanbul, Erdogan: non lasceremo il Paese a quelle canaglie

Intanto presidente turco Recep Tayyip Erdogan sta presiedendo nella sua residenza di Mabeyn a Istanbul una riunione di sicurezza nazionale dopo il duplice attacco di ieri sera. Lo riferisce l’agenzia statale Anadolu, secondo cui al vertice partecipano anche il premier, Binali Yildirim, e diversi ministri.”Nessuno deve avere dubbi riguardo alla nostra lotta contro il terrorismo. Noi siamo i padroni di questo Paese, non lo lasceremo a quelle canaglie, (lo sappiano) se pensano di spaventarci con questi attacchi”, ha detto il presidente turco, a margine di una visita in ospedale ad alcuni dei feriti negli attentati di ieri sera vicino allo stadio del Besiktas a Istanbul. Almeno 3 persone sono state arrestate in Turchia con l’accusa di propaganda terroristica per alcuni post pubblicati sui social network in relazione all’attacco di ieri sera. Lo rende noto la procura locale, precisando che ulteriori indagini sono in corso su qualsiasi “notizia, commento o condivisione sulla stampa o sulle piattaforme di social media che abbiano tentato di sostenere il terrorismo o organizzazioni terroristiche, di favorire la propaganda di organizzazioni terroristiche, di legittimare il terrorismo o prendere di mira quelli che combattono il terrorismo”. Dopo l’attacco di ieri, le autorità avevano imposto una censura sui media, come avviene regolarmente in occasione di attentati terroristici in Turchia.

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