Un altro caso di meningite, stavolta a Fermo. In rianimazione un uomo di 35 anni
Un uomo di 35 anni di Monterubbiano è ricoverato in rianimazione nell’ospedale “Murri” di Fermo per una meningite da pneumococco. La notizia, anticipata oggi dal Resto del Carlino, è stata confermata dal dott. Giuseppe Ciarrocchi, della Direzione di unità operativa complessa Igiene e Sanità pubblica dell’Asur di Fermo. Il paziente, giunto al pronto soccorso due giorni fa con la febbre alta, ”viene sottoposto a terapia antibiotica” ha spiegato il medico.
Il paziente è in rianimazione
«Il paziente è sedato, costantemente monitorato e sottoposto a terapia antibiotica», ha spiegato la direttrice sanitaria della Zona Asur 11 Fiorenza Anna Padovani. «La meningite da pneumococco non è contagiosa, e dunque non è necessario sottoporre a profilassi i familiari e le persone che sono venute in contatto con il ricoverato». Secondo Padovani nelle Marche l’incidenza dei casi di meningite sulla popolazione residente non presenta attualmente scostamenti rispetto alla norma.
«Non fare allarmismo sulla meningite»
Anche ieri si era diffusa la notizia di un altro caso di meningite virale che ha colpito un uomo di 33 anni in provincia di Enna. Ma secondo le autorità sanitaria, non c’è da fare allarmismo: «Anche quello rientra in quei 100-200 casi all’anno, che sono sporadici e sparsi sul territorio e riguardano in particolare adulti e anziani che non sono stati sottoposti a vaccinazione come avviene invece da alcuni anni per i bambini sottoposti a vaccino esavalente», spiega il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Walter Ricciardi che rileva come i casi di meningite di tipo C avvenuti in numero più elevato in Toscana, alcuni mortali, “sono diversi e avrebbero due focolai epidemici lungo la valle dell’Arno”. In ogni caso, “non c’è certezza sull’origine” degli uni e degli altri. Sul caso del bambino di 4 anni della provincia di Pisa ricoverato sabato per meningite di ceppo C nonostante vaccinato, il presidente dell’Iss ha osservato che accade “nell’1, 3, 5% dei casi che il sistema immunitario possa essere non responder”, cioè che non dia una risposta adeguata. Quanto ai casi di meningite in Toscana, aggiunge Ricciardi l’ipotesi più probabile, anche se “non c’è certezza”, è che sia da collegare a ad alcuni componenti dell’equipaggio di una nave da crociera attraccata a Livorno alcuni anni fa che furono ricoverati per meningite meningococcica. «È possibile che quel ceppo sia stato più aggressivo e si sia diffuso in Toscana».