Quando i compagni scoprirono i fascisti di radio University
Ci sarà spazio, in questo 2017, per discutere del 1977 e dei movimenti dell’ultrasinistra, dell’autonomia, degli indiani metropolitani. Ma attenzione: il 1977 fu anche l’anno che vide l’esplosione di molte radio libere, alcune politicizzate, che anche a destra diffondevano una visione antagonista e antisistema.
Linguaggi comuni
Ne fa fede un resoconto sul supplemento politico di Linus – 1977, un anno di passioni – in cui si racconta della milanese Radio University, che trasmetteva dai locali della federazione del Msi di Milano. Il recensore, nel suo resoconto, testimonia di una sovrapposizione di linguaggi tra destra e sinistra che oggi sarebbe impossibile. In pratica, nonostante lo scontro aspro tra neofascisti e antifascisti, i temi dei giovani di destra non erano diversi da quelli cari all’estrema sinistra.
Berlin, mein Berlin
Ecco il resoconto, intitolato “Berlin, mein Berlin“: “Le parole non si sentono molto bene. Poi parlano alcuni giovanotti; sono tutti d’accordo, ovviamente non dibattono. Dicono che i servizi segreti sono infiltrati, che lo stato si sta disgregando. Poi si mette su un altro disco, questa volta è una melopea dylaniana contro i grassi borghesi, le signore ‘puttane’ che giocano a canasta. Poi si riprende il dibattito e si parla della strategia del terrore, della manovra della stampa borghese che mette in risalto gli elementi da fotoromanzo presenti negli atti di terrorismo e di equivoca criminalità comune. Ancora disgregazione, ancora infiltrazioni eversive”.
I servizi segreti infiltrati
Continua il resoconto: “Altra musichetta mitteleuropea (Berlin, mein Berlin). Poi interviene un parlamentare che rincara la dose: le istituzioni sono in sfacelo, ma non da oggi; fin dai tempi di Salvatore Giuliano, ancora prima, dallo sbarco degli americani con i mafiosi… Un momento. Tutto questo non viene trasmesso da una radio libera e democratica, come si potrebbe pensare. Ma da radio University, emittente milanese fascista ortodossa, domenica 13 febbraio. Certo, ho omesso qualcosa, di proposito. Per esempio le signore ‘puttane’ giocano a canasta, sì, ma dopo aver parlato di Gramsci e di Marx; i servizi segreti sono infiltrati, sì, ma da socialisti e comunisti; l‘onorevole è addirittura Servello; i cantanti brechtiani hanno strani nomi, come Aquila 2. Berlin, mein Berlin parla del muro. E così via. Il contenuto, del resto, non conta molto. E’ ovviamente pazzesco, né potrebbe essere altrimenti. Conta assai di più il metodo, non perché lo usa Radio University, che essendo dichiaratamente fascista, è infatti coerentissima. Ma perché lo usano – più o meno – anche le radio libere e democratiche, visto che un ascoltatore disattento potrebbe rimanere a lungo perplesso, se non convinto di essere capitato su una stazioncina extra-extra”.
(la foto che illustra l’articolo è tratta dal libro “Trieste a destra” di P. Comelli e A. Vezzà, ed. Triestestampa)