Record di tonsillite, bimbi a letto dopo le Feste: virus e batteri colpevoli

4 Gen 2017 15:32 - di Augusta Cesari

Bimbi sotto assedio virale. È un’epidemia, bimbi a letto dopo le Feste. Freddo o sbalzi termici, grandi riunioni in casa o con gli amici per festeggiare Natale e Capodanno. Così non è un caso che “in questo periodo dell’anno si registrino molti casi di tonsillite nei bambini, che in queste settimane sono anche molto colpiti dall’influenza e dal virus respiratorio sinciziale. Se vogliamo fare una proporzione, allora l’influenza è al primo posto, seguita dalle tonsilliti”. Lo spiega all’Adnkronos Salute Alberto Villani, responsabile di Pediatria generale e malattie infettive dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e presidente della Società italiana di pediatria (Sip).

Bimbi a letto con la tonsillite: rimedi

“Febbre da subito molto elevata e un forte dolore alla gola, che appare arrossata e su cui a volte compaiono placche, sono fra i sintomi della tonsillite. Attenzione però, perché la causa può essere virale o batterica. Ecco perché – raccomanda Villani – è sempre importante che il pediatra esegua un test apposito, il tampone faringeo. Ne esistono anche di rapidi, che danno una risposta immediata, per poter avviare una terapia. C’è tempo 24-48 ore per eseguire il test e, in caso di risposta positiva, avviare una terapia antibiotica. La buona notizia per i genitori è che, entro 24-38 ora dall’inizio dell’assunzione degli antibiotici, la febbre scenderà”.

Quando usare antibiotici

“Bisogna dire però – prosegue – che questo malanno lascia il bimbo spossato, dunque è importante che il genitore lo tenga a riposo in casa ancora per qualche giorno, prima di riprendere la vita normale. Anche per chi è in vacanza, magari in montagna, la raccomandazione è dunque di non ‘strafare’: il bimbo è stanco e provato, e farlo tornare troppo presto sulle piste da sci rischia di tradursi in qualche caduta di troppo”. Se nel caso di una tonsillite batterica il primo indiziato è lo streptococco betaemolitico di gruppo A, ci sono anche altri germi sotto accusa: “Lo stafilococco, ma soprattutto diversi virus – ricorda Susanna Esposito, infettivologa presidente di WAidid, nonché direttore dell’Unità di Pediatria ad alta intensità di cura del Policlinico dell’Università degli Studi di Milano – Anzi, spesso l’origine è virale, e l’antibiotico è inutile. Tra i patogeni responsabili: i virus della mononucleosi, dell’influenza, ma anche l’enterovirus e l’adenovirus. In questi casi è bene somministrare un anti-piretico antinfiammatorio, che però -ricorda l’esperta- va dato in base al peso e non all’età del bambino. Qualche giorno di riposo in casa e il problema sarà superato”.

Il periodo critico

“Il periodo ‘caldo’ per il mal di gola va da novembre a marzo. Il mal di gola può essere di diversi tipi: rinofaringite e faringotonsillite – precisa il pediatra di Milano Italo Farnetani, ordinario alla Libera Università Ludes di Malta – Nel primo caso i sintomi caratteristici sono quattro: raffreddore, congiuntivite, voce rauca e tosse, nel secondo si ha febbre alta, tonsille gonfie e petecchie in gola. Questi ‘segnali’ possono indirizzare il medico nella diagnosi. Per essere certi comunque di non somministrare farmaci inutili, è sempre bene eseguire un tampone faringeo”.

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