L’Sos inascoltato: «Ho dato l’allarme alla prefettura, non mi hanno creduto»

20 Gen 2017 10:44 - di Elsa Corsini

Dramma e polemiche. Soccorsi mancati, ritardi ma anche tanto “eroismo” come quello dei soccorritori arrivati con gli sci all’alba all‘hotel Rigopiano travolto da una slavina. Disarmante, invece,  la testimonianza di un amico dei due superstiti, il primo a lanciare inutilmente l’allarme. «Quando al telefono ho lanciato l’allarme per soccorrere gli ospiti e i dipendenti dell’hotel,  la dirigente della prefettura non mi ha creduto».

Rigopiano, l’allarme inascoltato

È l’inquietante denuncia (che ha occupato il web con un esercito di commenti esterrefatti) di Quintino Marcella, titolare di un ristorante a Silvi Marina e professore dell’Istituto alberghiero dove studiava Giampiero Parete, lo chef che ha diffuso all’esterno l’Sos. In un’intervista a “Qn” Marcella ricostruisce quei drammatici momenti. «Giampiero mi ha telefonato verso le 17,30-17,40 dicendomi di chiamare la polizia. Urlava: aiuto, aiuto, l’albergo è stato raso al suolo, corri, corri, è tutto sommerso. Ho telefonato subito alla polizia, che mi hanno passato gli uffici della prefettura – spiega – mi hanno detto che alle 15 aveva già chiamato il direttore dell’albergo, e quindi non era vero quello che dicevo, perché il direttore tre ore prima li aveva tranquillizzati: è tutto ok». Poi «la mia insistenza ha fatto sì che si muovessero. Ho composto tutti i numeri d’emergenza: 112, 113, 115, 117, 118, oltre a mandare messaggi ad amici e in paese. A Giampiero dicevo che stavano arrivando, non pensavo ci fossero tutte queste difficoltà». Infine  – conclude il titolare del ristorante – mi ha richiamato la dirigente della prefettura alle 18,30 e mi ha fatto una domanda trabocchetto perché non si fidava “È sicuro che lei è davvero il signor Marcella? Mi sa dire chi è il sindaco di Farindola? Lo sa che lei può essere denunciato per falso?”, racconta Marcella, spiegando di aver risposto “il sindaco si chiama Ilario Lacchetta e io sono il prof Marcella. Allora hanno detto: ok, ci attiviamo”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *