Auspicio choc su Fb: «Auguriamo la morte a Renzi». Denuncia del Pd
Una foto con l’immagine di Benito Mussolini (ormai il Duce lo postano tutti, dai grillini ai leghisti, a prescindere), quindi la scritta: «Auguriamo la morte a Matteo Renzi». È vero che la mamma dei cretini è sempre incinta, ma l’avvento dei social ha dato un contributo alla loro natalità con risultati che neppure i premi in denaro sborsati durante la campagna demografica del vituperato regime avrebbe mai potuto raggiungere. Ad ogni buon conto, il Pd ha segnalato il tutto alla competente Polizia postale. Decisione opportuna e doverosa, sebbene le “motivazioni” della pagina dei necrofori nemici dell’ex-premier, siano tutt’altro che convincenti. Eccole: «Non se ne può più di un governicchio che continua ad affamare gli italiani per ingrassare i clandestini». Se oltre a bloccarne i deliranti messaggi, non sarebbe male se qualcuno ricordasse loro che Renzi si è dimesso dopo la sconfitta patita al referendum del 4 dicembre scorso e che a Palazzo Chigi, a reggere il «governicchio», c’è ora Paolo Gentiloni.
Sempre più intollerabile la violenza sui social
Comunque sia, com’è prassi comune in questi casi, immediata è scattata la catena di solidarietà a difesa di Renzi ad opera degli esponenti del Pd, almeno di quelli a lui più vicini. Come, ad esempio, il milanese Emanuele Fiano, che del Pd è il responsabile della sicurezza: «Non bisogna lasciare il minimo spazio di azione a chi professa idee di violenza e di morte. Sono certo che le forze dell’ordine e gli inquirenti agiranno rapidamente per individuare e sottoporre a giudizio chi come in questo caso usa la rete per minacciare Matteo Renzi, utilizzando immagini del dittatore Mussolini, quindi del fascismo». Forse, se la pagina Fb avesse usato quelle di Stalin la minaccia gli sarebbe apparsa meno… minacciosa. Chissà.
Scatta nel Pd la solidarietà a Renzi
Più legata alle polemiche innescate dal blog di Beppe Grillo a proposito dei “tribunali del popolo” per i giornalisti è il commento di Alessia Rotta, anche lei vicinissima a Renzi, che infatti l’ha messa a capo della comunicazione del Pd: «Ci chiediamo – ha affermato in una nota – chi è che fomenta questo clima di odio. Apprendiamo con preoccupazione e sdegno l’esistenza di una comunità che inneggia alla morte di qualcuno, non solo perché si tratta dell’ex premier e segretario del Pd. Episodi di questo tipo – ha aggiunto Rotta – dimostrano che l’ambiente social è delicato e ci vogliono responsabilità e attenzione da parte di tutti. Non certo parole in libertà da chi evoca il tribunale del popolo e poi parla di bavaglio».