Brescia, bimba di 5 anni prima dimessa poi ricoverata: muore di meningite
Cinque anni, sta male, la corsa in ospedale, la visita, le dimissioni. Ma sta male di nuovo e la mattina successiva torna in ospedale, dove muore per meningite. Una vicenda tragica e misteriosa e un iter sanitario molto sospetto, sul quale sarà chiamata a far luce forse anche la magistratura, dopo la morte di una bambina di 5 anni ricoverata in Rianimazione pediatrica agli Spedali Civili di Brescia e per la quale era stata fatta una diagnosi di meningoencefalite da pneumococco. La bambina si era presentata in Pronto soccorso nella tarda serata di sabato 7 gennaio, con febbre e vomito, in assenza di segni di interessamento neurologico. Previo trattamento farmacologico della sintomatologia e iglioramento del quadro clinico, la piccola era stata dimessa dopo circa 2 ore. Ma purtroppo le sue condizioni erano peggiorate e intorno alle 9.30 del giorno seguente i genitori l’avevano accompagnata nuovamente in Pronto soccorso. “All’ingresso la piccola si presentava in gravi condizioni cliniche – spiega la Asl di competenza – tali da richiedere l’intervento del rianimatore e il ricovero in ambito intensivo. E’ stata tempestivamente formulata diagnosi di meningoencefalite da pneumococco e, nonostante la piccola sia stata immediatamente sottoposta al necessario trattamento clinico farmacologico, l’11 gennaio è purtroppo subentrato il decesso”, spiegano dall’ospedale esprimendo vicinanza ai genitori: “La direzione, unitamente a tutti i collaboratori – si legge in una nota – partecipa al dolore della famiglia per la gravissima perdita”. Contestualmente alla diagnosi microbiologica, continua l’Asst, “come da procedura è stata immediatamente avvisata l’Agenzia di tutela della salute di Brescia (Ats) per le valutazioni di competenza”.
Si indaga sulla morte della bambina
Un nuovo caso di malasanità? Al momento la magistratura non s’è mossa ancora, ma l’ospedale tiene a precisare che “le meningoencefaliti e le sepsi da pneumococco si presentano in forma sporadica e non sono diffusive; in tali situazioni non è pertanto indicata alcuna profilassi antibiotica per coloro che hanno avuto contatti con il malato poiché non si verificano focolai epidemici”. Il caso della bimba, ribadisce l’Asst, “non è pertanto da confondere con le forme di meningoencefalite da meningococco delle quali si sta occupando la cronaca in questi giorni e alle quali si riferisce l’attività vaccinale di recente attivazione”. Ma intanto, specifica l’assessore lo,bardo al Welfare, Giulio Gallera, è stata attivata una Commissione di valutazione delle procedure “per verificare che i medici dei Civili abbiano messo in atto tutte le procedure e azioni necessarie al fine di diagnosticare il prima possibile la malattia”.
La bambina non era stata vaccinata
La bambina morta non è risultata vaccinata contro il batterio pneumococco, ha poi spiegato in una nota l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera. “La Regione Lombardia è vicina al dolore che ha colpito la mamma e tutta la famiglia della bambina, che è deceduta per meningite da pneumococco, che ricordo – conclude Gallera – non necessita profilassi per coloro che hanno avuto contatti con il malato”. Ma la campagna sulle vaccinazioni dei bambini si rivela sempre più necessaria.