Spy story capitolina. L’ex sindaco Frongia: non so nulla delle cimici
Nuovi dettagli, anche se con il contagocce, alimentano la spy story delle cimici in Campidoglio e della misteriosa chat di incontri delicati (quattro amici al bar) che inchioderebbe Salvatore Romeo, ex capo di gabinetto della Raggi, Raffaele Marra, braccio destro della sindaca, l’ex vicesindaco Daniele Frongia e la sindaca Virginia Raggi (che Grillo fa sapere non intende difendere in eterno). Dopo le dichiarazione del giorno dell’Epifania di Romeo sulla presenza di cimici negli uffici del Campidoglio («sapevamo della presenza delle cimici dal secondo giorno di governo della città), a parlare è l’ex vicesindaco Frongia. «Anche io sono salito sul tetto di Palazzo Senatorio, un paio di volte al massimo per qualche riunione, poi in un’altra occasione con una comitiva di giapponesi per un tour del Campidoglio, ma delle cimici non ne so nulla» dice Frongia intervistato da Il Corriere della Sera e Il Messaggero sottolineando di non temere per il contenuto delle chat. Chat che invece Romeo chiede di non rendere pubblica perché non interessante per i magistrati. «Se ci sono gli omissis nelle carte dell’inchiesta, tali devono rimanere, perché non hanno rilevanza penale», dice Romeo, «faccio un esempio: se io le scrivo in una chat che sono innamorato di lei, e poi viene pubblicato, la gente penserà che io e lei siamo amanti anche se non è vero…».
Campidoglio, Frongia: cimici? Non so nulla
«Il mio cellulare è a disposizione della Procura e quindi dei magistrati. Non ho cancellato alcuna conversazione. Le conservo tutte sul mio cellulare, sono pronto a farle leggere agli inquirenti quando vogliono: non ho segreti», insiste Frongia. L’ex sindaco è finito nel mirino anche per le foto che immortalano pranzi e riunioni (con Marra, Romeo e la Raggi) sui tetti e/o alla Terrazza Caffarelli. «Se ne continua a parlare solo perché c’è una foto che ci immortala, come se ce ne fossero stati chissà quante. Invece si trattò di un unico episodio», dice Frongia. Intanto procede la caccia alla talpa che avrebbe avvisato l’entourage della sindaca delle inchieste in corso e quindi dell’esistenza di intercettazione che i magistrati, però, hanno smentito ufficialmente. L’unico certamente intercettato è Marra, poi arrestato, per i suoi rapporti con il costruttore Scarpellini.