Cosa resta di Mafia Capitale senza più mafia? Solo… Raggi d’incapacità

26 Gen 2017 16:32 - di Francesca De Ambra
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Che cosa resta ora di Mafia Capitale senza più la mafia? Semplice: un sindaco, pardòn una sindaca grillina, che solo l’esiguità del tempo trascorso dalla sua elezione e le difficoltà ereditate ci impediscono, per il momento, di bollare tout-court come incapace. Ma restano anche destini spezzati, carriere interrotte e presunti innocenti in galera. Ma procediamo con ordine, dal momento che non tutti i giornali l’hanno raccontata giusta la notizia della sentenza con cui i giudici d’appello hanno escluso l’aggravante mafiosa a carico di Emilio Gammuto, ex-collaboratore di Salvatore Buzzi, riducendogli la pena. Qualche mese fa l'(incredibile) accusa di essere un punciuto mafioso era caduta per Gianni Alemanno, l’ex-sindaco di Roma che più di ogni altro (vero presidente Zingaretti?) ha dovuto fronteggiare l’immensa onda mediatica sollevata dall’inchiesta. E prima di lui, nel settembre scorso, era toccato ad altri giudici della Corte d’appello di Roma scrivere in una sentenza che il malaffare di Ostia, pur preoccupante, non mostrava le stimmate della mafiosità. Insomma, quel che la procura guidata da Pignatone ha ipotizzato sembra non reggere all’urto delle sentenze. Qualcuno potrebbe obiettare che non c’è nulla di straordinario in tutto questo perché tutto rientrerebbe nella fisiologia della macchina giudiziaria, nella normale dialettica processuale. È vero, ma solo fino a un certo punto. Perchè c’è sempre – e Mafia Capitale non fa certo eccezione – un prima e c’è un dopo tra di loro molto asimmetrici. Che c’entrano poco con la fisiologia del processo, ma c’entrano moltissimo con il solito circo mediatico-giudiziario pronto a scattare dopo l’avvio di un’inchiesta: c’è un prima fatto di sensazionalismo mediatico e c’è un dopo molto avaro di risarcimenti per chi ha sofferto ingiustamente. In mezzo al prima e al dopo si sviluppano trame e convenienze politiche che altrove non sarebbero neppure pensabili ma che invece qui da noi sono entrate a pieno titolo nel dibattito e nella fisiologia della politica. Ecco perché si può dire che dell’inchiesta senza mafia di Mafia Capitale restano soprattutto Virginia Raggi in Campidoglio e una capitale ancor più in ginocchio.

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