Davigo sui trasferimenti dei magistrati: «Il governo vuol scegliere i giudici»

26 Gen 2017 16:59 - di Marzio Dalla Casta

È frontale lo scontro tra il governo e l’Associaziona nazionale magistrati (Anm), il sindacato delle toghe guidato da Piercamillo Davigo, volto storico del pool milanese di “Mani Pulite” nella stagione di Tangentopoli. Alla base dello scontro, le norme contenute nel decreto legge sulla proroga dei pensionamenti e sulla legittimazione ai trasferimenti. Materia alquanto prosaica, ma che Davigo tenta di nobilitare: «Il problema – dice, infatti – non sta nelle pensioni ma è una questione collegata all’indipendenza della magistratura».

Davigo: «Vulnus all’indpendenza dei magistrati»

In sostanza, l’Anm sospetta che il vero intento perseguito dal guardasigilli Orlando, attraverso le norme contestate, sia quello di scegliere i giudici. «I governi – ha dichiarato in proposito Davigo – non possono decidere i giudici. Noi abbiamo cercato una soluzione che riportasse nell’ambito costituzionale quanto era accaduto. Era stato preso un impegno ma questo impegno non è stato rispettato. Quello che è accaduto non può essere accettato perché è un vulnus che non ha precedenti nella storia della Repubblica, nella indipendenza e autonomia della magistratura. Questo – ha concluso – è il punto in questione decisivo».

Disertata l’inaugurazione dell’Anno giudiziario

Da qui la decisione di disertare l’inaugurazione dell’Anno giudiziario: «Una scelta sofferta e simbolica», ha spiegato Davigo «che non deve essere letta come uno sgarbo istituzionale». Sarà certamente così, sebbene lo stesso Davigo non manchi di polemizzare a distanza con il primo presidente della Cassazione, Giovanni Canzio, circa la necessità di maggiori controlli giurisdizionali sull’attività delle procure: «Bisognerebbe capire che cosa intendeci . I controlli ci sono già sono già, la richiesta di proroga delle indagini, le misure cautelari reali o personali sono emesse o comunque ricorribili davanti a un giudice».

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