Il Fmi: «In Italia sofferenze bancarie al 17,5%». Nessuno sta peggio di noi
Ecco un primato del quale ci libereremmo volentieri: le sofferenze bancarie. L’Italia risulta infatti al primo posto delle economie avanzate per la percentuale di sofferenze rispetto al totale dei prestiti concessi dalle banche. A certificarlo, le ultime tabelle messe a punto dal Fondo monetario internazionale (Fmi). I dati confermano inoltre come le banche siano la principale fonte di finanziamento alle imprese: quasi il 35 per cento del totale dei prestiti va alle aziende.
Nel Canada solo lo 0,6% di insolventi
Sul fronte dei crediti deteriorati, in base ai dati del Fmi, nel secondo trimestre del 2016 la quota di non performing loans (cioè i prestiti riferiti ad attività che non riescono più a ripagare il capitale e gli interessi dovuti ai creditori) in pancia agli istituti italiani è stata pari al 17,5 per cento dei prestiti complessivi erogati, contro il 3,9 della Francia, l’1 della Gran Bretagna, l’1,4 degli Usa. Pressoché irrilevante la quota di npl del virtuoso Canada allo 0,6 per cento degli impieghi totali. In Cina le sofferenze sono all’1,7 del totale, in Russia al 9,7. Peggio di noi stanno solo le economie di nazioni oggetto di piani di ristrutturazione bancaria come Cipro, con sofferenze al 47 per cento del totale dei prestiti nel primo trimestre del 2016, o interessati da piani di salvataggio come la Grecia con npl al 37 per cento sugli impieghi complessivi. In Spagna la quota delle sofferenze oggi si attesta al 5,7 per cento dei prestiti totali (dato al terzo trimestre del 2016) ma il settore è stato oggetto di un piano di salvataggio europeo che ha permesso di ripulire i bilanci degli istituti.
Il Fmi: in Italia la maggior dipendenza delle imprese dalle banche
Dai dati Fmi emerge inoltre come in Italia, più che nel resto dei paesi Ue, la fonte principale di finanziamento delle imprese
siano le banche. In base alle tabelle del Fondo i prestiti alle aziende italiane rappresentano (nel secondo trimestre del 2016) il
34,9 per cento del totale, contro il 7,2 della Gran Bretagna, dove il forte sviluppo del settore dei servizi finanziari spienge le imprese a reperire fondi sul mercato, cercando strumenti alternativi al classico sportello. In Germania va alle imprese il 15 per cento dei prestiti complessivi erogati dalle banche, in Grecia il 37,1. Forte legame con il finanziamento bancario per le aziende cinesi, che
si accaparrano il 60 per cento dei prestiti complessivi. Negli Usa la quota è al 35,4 per cento, in Russia al 50,8.