Gentiloni: presto un decreto per le emergenze ma ora basta polemiche (video)

25 Gen 2017 11:33 - di Redazione

Il premier Paolo Gentiloni annuncia un decreto, la prossima settimana, per prevenire eventuali ritardi in caso di emergenze. Un modo per rispondere alle polemiche di questi giorni sui soccorsi dopo il maltempo e dopo la tragedia che ha colpito l’Abruzzo. 

Ma Gentiloni nell’annunciare mette anche le mani avanti: rivendica le decisioni prese dal suo predecessore Matteo Renzi a partire dal sisma del 24 agosto e ribadisce che la Protezione civile italiana è un patrimonio da salvaguardare.

Gentiloni: no alla ricerca di capri espiatori

Lo ha detto parlando al Senato dell’emergenza terremoto e maltempo, giudicando non opportuna la ricerca di capri espiatori. “Ci sono stati ritardi o malfunzionamenti? Ci sono responsabilità per l’hotel Rigopiano? Saranno le inchieste a chiarire”. “Il governo non teme la verità, ma la verità serve a fare meglio non ad avvelenare i pozzi -ha spiegato il premier-. Io condivido la ricerca della verità, ma non condivido una certa voglia, che vedo serpeggiare, di capri espiatori. La giustizia e la storia sono leste a trasformare i giustizieri in capri espiatori, è bene che responsabilmente tutti ne tenessimo conto”.

Le utenze Enel inattive sono alcune centinaia 

Gentiloni ha anche parlato delle utenze Enel: il 19 gennaio, momento di picco della crisi tra maltempo e terremoto, erano “177mila le utenze non allacciate, oggi ne sono rimaste solo alcune centinaia nel teramano: è giusto a livello di governo verificare quanto abbiano inciso le circostanze eccezionali e quanto i problemi generali di manutenzione”.

Le dighe sono sicure

Ha infine chiesto di non alimentare voci incontrollate sui rischi legati alle dighe: “Le dighe sono state ripetutamente verificate negli ultimi giorni”. “Il ministro Delrio, in una riunione, ha asseverato lo stato dei rischi, in particolare dell’impianto di Campotosto, per evitare e prevenire rischi e evitare diffondersi di voci incontrollate su rischi esagerati”. 

 

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