Il corteo antifascista può costar caro: a Pavia in tanti rischiano 35 anni di galera
L’elenco di reati è lungo e insidioso, fino a fare ipotizzare pene per 35 anni di carcere: manifestazione non autorizzata, violazione del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, resistenza, violenza e minacce a pubblico ufficiale, ’oltraggio a pubblico ufficiale e a un corpo amministrativo, politico o giudiziario dello Stato fino all’istigazione a delinquere. Rischiano grosso i partecipanti al corteo antifascista del 5 novembre scorso, molti dei quali affiliati all’Anpi, tutti denunciati dalla Digos e ora al centro di un’indagine della procura, condotta dal sostituto procuratore Giulia Pezzin. Secondo la Provincia Pavese, diversi partecipanti alla manifestazione,organizzata dall’Anpi e dalla rete antifascista contro una iniziativa che a Pavia radunò decine di militanti dell’estrema destra del Nord-Italia, hanno presentato una richiesta alla procura per sapere se risultano nella lista. E sono molto preoccupati.
Il tentativo del corteo antifascista di sfondare
Al loro arrivo in Borgo Ticino i rappresentanti di Arci, Anpi e i militanti di sinistra si erano trovati posti di blocco con le forze dell’ordine che chiedevano i documenti a chi cercava di entrare in piazza Italia, dove il presidio aveva l’autorizzazione a restare: momenti di tensione, anche se i partecipanti non erano mai entrati in contatto con la manifestazione di estrema destra radunata in piazzale Ghinaglia. Negli scontri tra polizia e gli antifascisti, due persone tra i manifestanti erano rimaste ferite e sono portate all’ospedale, mentre il corteo dei manifestanti era stato deviato in via Capsoni e dirottato poi sul lungoticino perché gli antifascisti non volevano spostarsi.