In fuga l’agente inglese che ha ispirato il dossier su Trump e la Russia
L’ex agente segreto britannico che sarebbe dietro i dossier su Trump in mano ai russi ha lasciato la sua casa nel Surrey e si è nascosto. E’ quanto riporta il Daily Mail, precisando che Christopher Steele avrebbe paura di eventuali rappresaglie da parte della Russia.
Un dossier compromettente
Sarebbe lui infatti la fonte o una delle fonti del dossier che le autorità russe avrebbero in mano per ricattare Trump, e di cui si parla nel documento presentato la settimana scorsa al presidente Obama e allo stesso presidente eletto Trump dai responsabili delle agenzie di intelligence statunitensi. Ma cosa c’è dentro questo dossier di cui si vociferava da mesi e che è stato pubblicato da Buzzfeed e Cnn? Particolari di poco rilievo, come i presunti rapporti di Trump con prostitute russe, e che il neopresidente Usa ha categoricamente smentito.
L’ex agente teme rappresaglie
“E’ terrorizzato per la sua incolumità”, scrive il tabloid britannico citando una fonte di agenzie di sicurezza britanniche parlando dell’ex collega dell’MI6 che quando era ancora in servizio aveva lavorato con Alexander Litvinenko, l’ex spia russa avvelenato con il polonio a Londra nel 2006. Secondo fonti citate dal Mirror, l’ex spia si sarebbe rifugiato in una ‘safe house’ forse all’estero.
Chi è Christopher Steele
Sposato, padre di tre figli, Steele, che ha 52 anni, ha lavorato per quasi 20 anni come specialista di Russia nei servizi britannici e negli anni ’90 è stato all’ambasciata di Mosca, con la copertura diplomatica di ‘secondo segretario’ sotto l’ambasciatore Sir Rodric Braithwaite.
Una volta lasciato il servizio nel 2009 ha fondato,
insieme ad un altro ex agente dell’MI6, Christopher Burrows, una società di intelligence privata, la Orbis Business Intelligence, con sede nel quartiere elegante di Londra di Belgravia. Ad assoldarlo sarebbero stati avversari e
nemici di Trump che gli avevano chiesto di scavare nei rapporti tra il miliardario e la Russia. Per quanto ormai operi da anni come un privato, il coinvolgimento di un ex agente dei servizi segreti della Corona nella vicenda, rischia di creare un imbarazzo per il governo di Theresa May nei confronti del nuovo presidente americano.