Le potenzialità del “partito sovranista” nato nella piazza di Roma

31 Gen 2017 13:30 - di Alberto Cardillo

La manifestazione di piazza promossa da Fratelli d’Italia, sabato 28 a Roma, rappresenta senza dubbio un passaggio importante, per capire se e come esisterà ancora il centrodestra nel futuro prossimo della politica italiana.

Fatti rilevanti della giornata: insieme ai 25.000 manifestanti c’erano Giorgia Meloni -e tutto lo stato maggiore di FdI-AN capitanato da La Russa-, Matteo Salvini, una delegazione di Forza Italia -Toti e il “beccato” Brunetta su tutti-, altri personaggi di primo piano come Tremonti, Santanché, Quagliariello. Non c’era Berlusconi. Un’assenza non casuale quella del Cav., che rappresenta plasticamente la momentanea linea di Palazzo Grazioli: niente sfondamenti a destra con i “lepenisti”, ricercando, invece, convergenze “responsabili” al centro.

Ma al di là degli assenti, dei quali non si parla mai male -ricorda uno dei leader presenti rivolgendosi ai manifestanti-, la manifestazione di piazza San Silvestro ha restituito al centrodestra un popolo e dei temi fondanti attorno ai quali aggregare questo popolo: sovranità popolare e monetaria, difesa della famiglia e dei valori tradizionali, drastica riduzione della pressione fiscale, sostegno ai giovani e a tutti gli italiani in difficoltà, rigida regolamentazione dei flussi migratori. In sintesi, culle piene e centri di accoglienza vuoti, l’inverso di quanto accade oggi.

Temi forti e chiari, scanditi dalla Meloni, da Salvini e anche da Toti -con sfumature più moderate-, ricevendo l’apprezzamento e talora l’ovazione della piazza. Ma sono forse questi gli argomenti -come sostiene qualcuno- di un rassemblamant d’estrema destra?

Probabilmente, e molto più logicamente, il mondo occidentale all’interno del quale l’Italia si muove, sta maturando una nuova coscienza e nuovi orizzonti, dei quali la Brexit e il “trumpismo” sono soltanto i primi vagiti.

Chi ancora oggi sostiene che i temi lanciati dal palco della Meloni e raccolti dal popolo in piazza siano temi che “spaventano i moderati”, o è in mala fede, o è in ritardo con la lettura delle distorsioni e degli esiti del progressismo, o più semplicemente sconosce la realtà di una classe media che non esiste più e dei poveri sempre più poveri.

Per questi motivi la manifestazione di piazza San Silvestro rappresenta un “partito” vasto e unitario che c’è già tra gli elettori del centrodestra, e che attende solo la consacrazione di due passaggi: primarie per la redazione precisa della cornice programmatica condivisa e per la scelta del leader della coalizione “sovranista”, elezioni politiche anticipate per riconnettere il popolo con le istituzioni.

La fiaccola della speranza sovranista riparte da qui.

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