I leader della destra riuniti a Coblenza: «Il 2017 sarà l’anno della fine dell’euro»

22 Gen 2017 11:39 - di Marzio Dalla Casta

Il programma, anzi la speranza, è racchiusa in due sole parole: «effetto domino». L’«effetto domino» è quel che sognano ad occhi aperti tutti i leader anti-euro riunitisi a Coblenza, in Germania, con il dichiarato obiettivo di serrare i ranghi in vista delle future, decisive scadenze elettorali: il 15 marzo si voterà nei Paesi Bassi, quindi in Francia, in autunno in Germania. Nel novero potrebbe rientrare anche l’Italia se il governo Gentiloni dovesse cadere prima del tempo. L’«effetto domino» è il sogno di un’onda lunga elettorale che dopo la Brexit in Gran Bretagna e l’elezione di Trump negli Usa investa anche il Vecchio Continente spazzando via gli attuali equilibri. Non è affatto casuale che Marine Le Pen, una delle star di Coblenza, abbia esplicitamente salutato il 2017 come l’anno della «fine dell’Europa».

Nel 2017 mezza Europa al voto: si spera nell'”effetto Trump”

Le premesse ci sono tutte: in Olanda a guidare i sondaggi è Geert Wilders, diventato popolarissimo tra i suoi connazionali per le sue politiche sull’immigrazione, tema particolarmente sentito in quella nazione. Passando in Francia, l’accesso della Le Pen al ballottaggio delle presidenziali è ritenuto altamente probabile e non è affatto escluso che il secondo turno possa risolversi in un derby tutto interno alla destra transalpina: la leader del Fn da un lato e il repubblicano François Fillol dall’altro. Sperano in una buona affermazione in Germania gli ultranazionalisti dell’Afd (Alternative für Deutschland), sebbene l’obiettivo coltivato dalla leader Frauke Petry, che a Coblenza ha fatto gli onori di casa, di scalzare Angela Merkel dal Cancellierato sia considerato ancora improbabile.

A Coblenza anche Matteo Salvini

E l’Italia? A Coblenza c’era Matteo Salvini, nonostante il suo partito, la Lega Nord, a differenza delle altre sigle presenti in riva al Reno, sia tutt’altro che nazionalista. Circostanza, questa, che pone qualche interrogativo sul futuro dell’intero centrodestra italiano, l’unico in Europa, a registrare ancora un sistema di alleanze tra partiti e movimenti che altrove stanno su sponde diverse quando non opposte. Due, e ravvicinatissime, le date all’orizzonte in grado di fare chiarezza: quella del 24 gennaio, giorno in cui la Consulta si esprimerà sulla costituzionalità dell’Italicum, la legge elettorale fortemente voluta da Renzi; quella di quattro giorni dopo, il 28, quando su iniziativa di Giorgia Meloni, l’intero centrodestra scenderà in piazza a Roma per chiedere il ritorno alle urne. Solo dopo questi due appuntamenti si capirà se, per il centrodestra italiano, Coblenza è solo una tappa o un destino.

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