L’ipocrisia di Tripoli, ringrazia l’Italia ma la sua procura ci accusa di furto

25 Gen 2017 16:09 - di Giovanni Trotta

Probabilmente è un ricatto del governo libico che vuole alzare il prezzo, ma la circostanza è preoccupante per il futuro dell’Italia in Libia: da una parte infatti il premier libico al Sarraj ringrazia e incensa l’Italia in un’intervista, dall’altra la sua procura ci accusa di essere contrabbandieri.”Compagnie straniere, tra cui maltesi e italiane, sono coinvolte nel contrabbando di petrolio libico via mare in collaborazione con la mafia locale”. È la denuncia arrivata dal direttore della procura generale di Tripoli, al Sadiq al Suwar, secondo il quale le autorità italiane sono informate della vicenda, che riguarda piccole compagnie. “Delle petroliere contrabbandano quotidianamente il petrolio dalla Libia“, ha rivelato Suwar, aggiungendo che la procura “ha già emesso ordini di arresto e di divieto di lasciare il Paese a tutti i responsabili delle compagnie coinvolte nelle operazioni di contrabbando”. Presso la procura sono depositati “i nomi e i documenti delle compagnie italiane e maltesi che contrabbandano il petrolio libico via mare”, ha sottolineato Suwar, mettendo in evidenza che “sono stati individuati i siti di tutte le navi e le imbarcazioni straniere che sono entrate nelle acque regionali e che hanno rubato il petrolio libico”. “Spetta ora agli organi esecutivi e di sicurezza svolgere i compiti a loro affidati”, ha concluso Suwar, ricordando che “le perdite causate
allo Stato libico da queste operazioni di contrabbando di petrolio raggiungono i 5 miliardi di dinari libici”. Al Sarraj non controlla neanche Tripoli, ma la sua procura la controllerà?

La procura di Tripoli minaccia l’Italia

Intanto si apprende che i responsabili dell’attentato con autobomba di venerdì scorso nei pressi dell’ambasciata italiana a Tripoli “sono due militari”, che avrebbero avuto un movente “politico”. Lo ha rivelato sempre il direttore della procura generale libica, al Sadiq al Suwar, precisando che la procura “ha accertato l’identità degli esecutori” dell’operazione. “Le famiglie dei due responsabili avevano comunicato alla sede della sicurezza nella regione in cui abitavano la scomparsa dei loro congiunti il giorno dell’esplosione”, ha spiegato Suwar, precisando che “le indagini e le informazioni fornite dalla forza speciale di deterrenza all’ufficio del procuratore generale saranno presto rivelate”. La forza speciale di deterrenza aveva rivelato ieri di essere giunta a prove certe sui risvolti dell’attentato di venerdì di fronte alla sede del ministero della Pianificazione libico, non distante da quella dell’ambasciata d’Italia a Tripoli, annunciando l’identità dei due responsabili morti nell’esplosione dell’autobomba. La forza speciale di deterrenza aveva aggiunto che avrebbe rivelato l’identità di “tutti coloro che si celano dietro a questo atto terroristico, dai cui dettagli sono emersi obiettivi politici, tra cui turbare la scena nella capitale Tripoli”. Strano che nello stesso giorno siano in corso due inchieste relative all’Italia…

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