I lombardi sono ciccioni ma vivono di più. E non certo per la “cura” Lemme

4 Gen 2017 15:40 - di Marzio Dalla Casta

Meno di 48 ore all’alba. Da sempre il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, rappresenta nell’immaginario collettivo una data spartiacque per la dieta. È quello, infatti, il confine della grande abbuffata natalizia, l’estremo limite entro il quale consumare cotechini, strufoli e panettoni. Il giorno dopo è già l’allarme bilancia, per cui scatta il mesto ritorno alla frugalità dei pasti tipica del tran tran quotidiano. Il rapporto festività-peso risulta particolarmente problematico in Lombardia, la regione più opulenta d’Italia, dove da almeno dieci anni a questa parte – secondo statistiche Istat citate da uno studio della Coldiretti Lombardia – dopo la Befana   quattro lombardi adulti su dieci risultati puntualmente in sovrappeso o obesi.

La longevità non passa per la “cura” Lemme

Il picco peggiore per la bilancia è stato il 2009 quando la quota di quelli con pancette e “maniglie dell’amore” ha sfondato il 42 per cento. Quattro anni prima, nel 2005, la migliore performance: 37,4 per cento. Più attente alla linea, ovviamente, le donne: solo il 28,4 per cento è in sovrappeso contro quasi il 49 degli uomini. Tuttavia, nonostante bilancie stressate e stomaci messi a dura prova, – spiega la Coldiretti – la vita media dei lombardi si è allungata di circa due anni passando da quasi 81 nel 2005 a poco meno di 83 anni nell’ultimo decennio. Ciccione fa campare di più ed è bello, nonistante Lemme. Tutto merito del consumo di prodotti a km zero, assicurano alla Coldiretti. Dal 2010, in Lombardia i punti vendita di tali prodotti sono più che triplicati, passando da 257 del 2010 ai 960 attuali.

Coldiretti: bene il consumo di prodotti a km zero

La vendita a km zero è più diffusa nelle province di Pavia (con 165 punti), Brescia (162), Bergamo (133) e Milano (118). A seguire Sondrio (83), Varese (66), Como (56), Cremona (56), Mantova (35), Monza e Brianza (33), Lecco (28), Lodi (25). «E’ cresciuta – spiega la Coldiretti – la consapevolezza dell’importanza di un’alimentazione di qualità, sana ed equilibrata, con la ricerca di prodotti da mettere in tavola che diano sempre maggiori garanzie di sicurezza e legame con i territori, come quelli che si possono trovare nei punti vendita a chilometro zero che negli ultimi sei anni».

Italia davanti a Usa e Francia nella diffusione dei mercati contadini

In questo campo l’Italia ha conquistato in pochi anni la leadership nei mercati contadini davanti agli Usa e Francia con la più vasta rete mondiale di vendita diretta grazie alla fondazione Campagna Amica alla quale fanno riferimento quasi ventimila agricoltori. Gli spacci in cascina – sono sempre dati Coldiretti – hanno registrato un vero e proprio boom, passando da 169 a 852 (+400%), mentre i farmers’ market hanno raggiunto quota 100 e vengono scelti per la possibilità di trovare nello stesso luogo più prodotti locali e di stagione, offerti direttamente dall’agricoltore.

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