Minniti copia Silvio: accordo con la Libia sui migranti. I dubbi del Giornale
Il neoministro degli Interni Marco Minniti ripercorre con la Libia le orme del sentiero già tracciato dal governo Berlusconi. Un progetto di memorandum d’intesa per rafforzare la cooperazione tra Italia e Libia contro l’immigrazione illegale e il traffico di esseri umani è stato infatti concordato nel corso di una visita di Minniti al presidente del consiglio presidenziale Fayez Mustafa Al Serraj.
I punti dell’accordo
I punti centrali dell’accordo, che ricalca appunto quello realizzato dal governo Berlusconi, sono: contrasto agli scafisti, lotta ai foreign fighters, aiuti per sigillare la frontiera meridionale della Libia da cui arrivano migliaia di migranti. In cambio l’Italia non farà mancare il suo impegno nel campo della crescita economica e della lotta al terrorismo. Inoltre, Minniti e Al Serraj, hanno confermato l’impegno di affrontare insieme i problemi dei due Paesi come il contrabbando in tutte le sue forme e la protezione dei confini con particolare riferimento ai confini del sud della Libia. A suggellare l’accordo, la riapertura dell’ambasciata italiana a Tripoli.
Le critiche del Giornale
Ovviamente la politica di Minniti non è sfuggita al Giornale, la testata più vicina a Silvio Berlusconi, che tuttavia nutre dubbi sull’intesa: “Non si fa altro che rispolverare gli accordi del 2009, quando l’Italia si impegnò a un investimento da 5 miliardi in Libia, in cambio del blocco delle partenze. All’epoca erano compresi anche ampie collaborazioni commerciali e l’intervento di aziende italiane per garantire la sicurezza lungo i confini a Sud del Paese. La situazione, però, non è semplice, perché il governo Serraj ha un peso politico poco incisivo, visto che è espressione dell’Onu. Chi conta sono altri poteri e, quindi, eventuali collaborazioni tra l’Italia e la Libia rischiano di essere in futuro un buco nell’acqua”.