CGIL ha usato 75mila voucher. Boeri (INPS): “Sindacato è ipocrita”

11 Gen 2017 8:15 - di Redazione

Tito Boeri, l’economista del lavoro che tra un mese compie due anni tempestosi come presidente dell’Inps, riceve da solo — e anche questo è un segno — nella sede milanese dell’Istituto. Zero uscieri, zero segretarie e un auspicio per i due anni che ancora gli restano alla guida: «Chiedo che non mi vengano messi i bastoni tra le ruote: non ho mai minacciato le dimissioni, ma non ho timore a difendere le mie posizioni. Se anche mi dovessero cacciare ho il privilegio di poter tornare a un lavoro che amo e quin di non sono condizionabile», si legge su “la Repubblica“.

CGIL ha usato voucher per 750mila euro

 «Non c’è dubbio che c’è stato un abuso dei voucher per le prestazioni temporanee e accessorie e che sono stati utilizzati per finalità molto differenti da quelle che il legislatore si era proposto. Qualche correttivo quindi serve. Ma cancellare i voucher sarebbe davvero sbagliato. Anche perché nel dibattito di questi giorni vedo molta ipocrisia». Quella della Cgil che contesta i voucher ma poi li usa a Bologna per pagare alcune prestazioni di pensionati? «Dai nostri dati si tratta di un episodio tutt’altro che isolato. Nell’ultimo anno la Cgil ha investito 750 mila euro in voucher; non si tratta quindi ne solo di Bologna ne solo di pensionati. Anche altri sindacati hanno massicciamente usato questi strumenti, ad esempio la Cisl ne ha utilizzati per un valore di 1 milione e mezzo di euro».

CISL ha utilizzato voucher per 1 milione e mezzo di euro

«Si possono imporre dei limiti all’utilizzo mensile anziché annuale dei voucher. Se vediamo che in un mese lo stesso datore di lavoro ha usato lo stesso lavoratore per molte ore con i voucher questo indica la sostituzione di un contratto di lavoro alle dipendenze con i voucher. Si possono migliorare i controlli facendo arrivare direttamente all’Inps anziché al ministero gli sms di attivazione e rendendo finalmente operativo l’ispettorato nazionale del lavoro per assicurare che al voucher corrisponda effettivamente a un’ora lavorata». 

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