Pazienti sdraiati per terra: i medici non hanno colpe, le Regioni invece sì
I medici di Nola meritano “un convinto applauso”. Lo scrive Il Foglio, commentando quelle foto che hanno fatto il giro dei social, con i malati al pronto soccorso sdraiati sui plaid per terra e assistiti dai medici. Tre medici sono stati sospesi – Il direttore sanitario dell’ospedale “Santa Maria della Pietà”, il responsabile della medicina d’urgenza e il responsabile del pronto soccorso – ma è stato un provvedimento giusto o preso sull’onda delle facili indignazioni dei webeti da tastiera?
Parla il direttore sanitario
Oggi sul Messaggero parla uno dei tre medici – il direttore sanitario Andrea De Stefano – finiti nel mirino, che si dice sorpreso e amareggiato e spiega di non essere pentito per avere accolto comunque i pazienti anziché rimandarli indietro in una situazione eccezionale di emergenza. Quella notte, spiega ancora il direttore sanitario De Stefano, vi era stato un afflusso eccezionale che ha portato la struttura a collassare: i posti letto sono infatti 105, ma al Pronto soccorso si sono presentati 265 pazienti.
Sulle coperte, ma per pochi minuti
De Stefano assicura che non vi è stata alcuna omissione nell’assistenza ai malati: “Mi risulta che sono stati appoggiati sulle coperte per pochi minuti, perché non si sapeva dove farli stendere in una situazione di emergenza improvvisa. Certo, sono cose che non dovrebbero capitare. Non capiterebbero, con posti letto e barelle adeguate a rispondere a questa enorme richiesta dell’utenza”. Le barelle, peraltro, furono chieste nel 2015 e ovviamente non sono arrivate.
Il problema vero? Gli sperperi delle Regioni
Un’intervista che solleva il vero problema squadernato dalle immagini del Pronto soccorso di Nola: i continui tagli ai posti letto degli ospedali, in nome di una spending review che colpisce solo gli utenti e non le classi dirigenti politiche fallimentari, hanno determinato il continuo sovraffollamento dei Pronto soccorso, con trattamenti dei pazienti indegni di un paese civile. L’opinione pubblica dovrebbe chiedere conto di ciò alle Regioni, interrogarsi sui loro sperperi e non certo condannare i medici che fanno il loro dovere, cioè curare i malati. A terra o in barella, purché non manchi loro assistenza.