Prodi ha una proposta nuova: riesumare l’Ulivo (per ammazzare Renzi)
C’è un modo molto semplice per dare il colpo di grazia a Matteo Renzi, che cerca di ritrovare smalto e credibilità nascondendosi nella retrovie della politica: riesumare il vecchio progetto del centrosinistra che va dal Pd agli ultimi comunisti, come accadde con l’Ulivo. Alla faccia delle prospettive centriste dei renziani, ammesso che esistano ancora. Ovviamente, la riesumazione dell’Ulivo arriva da un altro fantasma della politica italiana, Romano Prodi, che torna in campo con una proposta di vent’anni fa. “Quella del centrosinistra unito non penso sia un’esperienza irripetibile. Non penso sia irripetibile, soprattutto dopo quello che sta succedendo. Io vedo che la gente ha bisogno di sentirsi unita in questo mondo che si disgrega, con Trump, con la Brexit, con le crepe che arrivano dappertutto. Io vedo che c’è un naturale desiderio di riunirsi ma è uno sforzo che non mi sembra impossibile”.
L’Ulivo di Prodi non è mai morto
Parlando del Pd, Romano Prodi è categorico: “Se il Partito democratico non cambia concretamente e con saggezza, rischia di prendere il sopravvento l’irritazione. Non parlo delle vicende attuali, ho detto solo – ha precisato Prodi – che c’è questo grande desiderio di cambiamento, ma di un cambiamento concreto e reale, un cambiamento nella saggezza e non nell’irritazione. Se non facciamo il cambiamento arriva l’irritazione”.
Brunetta: il ritorno dell’Ulivo è la fine di Renzi
“Il ritorno dell’Ulivo è la fine del Pd e di Renzi. Prodi con l’Ulivo aveva vinto, poi è stato fatto fuori. Se possibile, i problemi del centrosinistra sono maggiori di quelli del centrodestra”, commenta il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta a “L’intervista” su SkyTg24. Scetticismo anche nel Pd: “Bentornati gli immemori, quelli per i quali la storia comincia con loro. Ora plaudono a Prodi, ma una ripresa della feconda e vincente intuizione dell’Ulivo presuppone una sensibile correzione di rotta per il Pd”, dice il deputato del Pd Franco Monaco. “Politica delle alleanze e non più presunzione dell’autosufficienza, chiaro posizionamento e politiche di centrosinistra, tensione inclusiva verso il centro ma anche verso sinistra, inequivoca alternatività al centrodestra, sintesi nuova ma non rottamazione delle culture politiche, leadership che unisce e non divide, dialogo con le forze sociali, classe dirigente degna di questo nome -spiega Monaco-. Vogliamo fare un paragone con la squadra del primo governo Prodi? Vogliamo chiederci come mai Gentiloni abbia voluto chiedere consiglio a Prodi in un passaggio tanto difficile per l’Europa e per il mondo?”.