Sopravvivere sotto la neve? Quest’uomo ci è riuscito per due mesi…
“Abbiamo ancora speranze di trovare altre persone vive”, ha detto oggi il responsabile della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, a chi gli chiedeva delle ricerche nell’hotel Rigopiano. Ma quanto può resistere una persona sepolta sotto la neve, senza cibo, acqua e protezione? Anche due mesi, a giudicare dall’incredibile vicenda dello svedese Peter Skyllberg, 46 anni, che nel 2012 rimase chiuso nell’auto bloccata dalla neve per tantissimo tempo ma fu ritrovato vivo, pur in gravi condizioni, ben due mesi, riuscendo a sopravvivere nei boschi della Lapponia.
Sepolto nell’auto ma protetto dalla neve
La vettura fu scoperta per caso da un poliziotto che percorreva una pista per gatti delle nevi. «L’aumento della temperatura aveva fatto sciogliere parte della neve che copriva la macchina, mettendo a nudo uno specchio. Mi sono avvicinato e ho notato che c’era una persona sdraiata sul sedile posteriore. Credevo fosse morto, ma quando sono riuscito a liberare con la pala e ad aprire una portiera, ho visto che respirava», raccontò l’agente.
L’uomo si era salvato mangiando la neve che riusciva a far filtrare attraverso lo spiraglio di un finestrino. In auto aveva vestiti caldi, un sacco a pelo per ripararsi dal freddo, e la temperatura intorno a lui non dev’essere mai scesa al di sotto dello zero. In queste condizioni, e con acqua a disposizione, a a detta dei medici che lo avevano visitato successivamente, un essere umano può sopravvivere anche un mese, utilizzando le riserve di grasso del proprio corpo. Quanto al fatto di essere sfuggito all’assideramento, gli esperti militari furono concordi nel dire che, a parte il sacco a pelo, la temperatura all’interno dell’auto è rimasta sopportabile, nonostante settimane intere con -35 gradi all’esterno, grazie alla coltre di neve che ha fatto da isolante. Peter Skyllberg (nella foto in alto) aveva troncato ogni legame con la famiglia 25 anni prima e pertanto nessuno aveva notato la sua assenza.