Soros perde un miliardo in Borsa: aveva scommesso contro Trump
Era sicuro che la Borsa sarebbe crollata con Donald Trump presidente, ma la sua scommessa gli è costata un miliardo di dollari. È accaduto a George Soros, il miliardario osannato dalla sinistra internazionale, grande sponsor di Hillary Clinton. A fare i calcoli della fallimentare speculazione di Soros è stato il quotidiano economico Wall Street Journal. Il miliardario di origine ungherese aveva scommesso (sbagliando) su una fuga di capitali dalla Borsa.
Soros ha finanziato la campagna di Hillary Clinton
Soros ha massicciamente finanziato la campagna elettorale di Hillary Clinton. Alcuni giornali lo hanno definito il grande burattinaio della candidata democratica. Soros aveva quindi previsto catastrofi in caso di vittoria di Trump. Catastrofi che non si sono verificate. Anzi, in un mese le borse hanno avuto un’impennata. Gli investitori hanno avuto fiducia nel programma di Trump, che prevede tagli alle tasse e massicce spese infrastrutturali per incrementare la crescita economica.
Soros è uno dei 50 uomini più ricchi del mondo
Soros, 87 anni, è a capo della Soros Fund Management LLC, gestisce circa 30 miliardi di dollari del patrimonio di famiglia ed è uno dei 50 uomini più ricchi del pianeta. È presidente dell’Open Society e fondatore e consigliere del Quantum Group. Politicamente è un sostenitore del movimento liberal della sinistra democratica statunitense e un finanziatore di gruppi per i diritti umani.
Da Rutelli a Prodi: i piccoli fan di Soros
Per l’ufficio di Soros è passato mezzo centrosinistra. Incluso, Francesco Rutelli, che nel 2005 andò a New York per un pranzo con il magnate rosso. Il suo grande sponsor italiano è sempre stato Romano Prodi: la frequentazione è storica, assidua e pubblica sia da premier che da presidente Ue. Fu proprio il Professore a presentare l’ edizione italiana del libro autobiografico dell’uomo che nel ‘ 92 con la sua speculazione aveva costretto la Banca d’ Italia a bruciare circa 40 mila miliardi di lire in riserve valutarie. Stavolta, però, lo speculatore è rimasto beffato: non ha fatto i conti con la vittoria di Trump.