Stupro in India, l’ultimo caso: 16 donne (forse di più) violentate dalla polizia

9 Gen 2017 12:52 - di Ginevra Sorrentino

Perpetrato dal branco, inflitto dal singolo, consumato in recondite zone rurali o imposto in un affollatissimo autobus della capitale, lo stupro in India è una drammatica realtà quotidiana che registra un inquietante trend in progressivo aumento e che, ad ogni nuovo caso, ad ogni nuova denuncia, ad ogni nuova vittima, rivela l’ennesima, tragica, variazione sul tema. Così, se qualcuno ha anche solo lontanamente potuto pensare di abbassare la guardia rispetto questo odioso crimine che miete indifferentemente vittime tra bambine acerbe, giovani donne e persino tra le anziane, perché i casi di violenza sessuale denunciati solo a New Delhi nel 2012 sono stati 706 – a fronte comunque di un enorme, drammatico, sommerso – mentre in questo 2016 che ci siamo appena lasciati alle spalle si sono sfiorate le due migliaia, con le 1.981 aggressioni fin qui accertate, ebbene oggi si è diffusa la notizia dell’ultimo sfregio. L’ultimo aberrante aggiornamento. 

Stupro in India, se gli aggressori sono i poliziotti…

Stavolta gli aguzzini, i carnefici di turno, sono proprio coloro i quali dovrebbero difendere le vittime da abusi e violenze: i poliziotti, gli agenti dello stato indiano di Chhattisgarh, infatti, sono stati accusati dell’aggressione e dello stupro di almeno 16 donne, avvenuti tra il 2015 e il 2016. È quanto si legge in un rapporto della Commissione nazionale per i diritti umani che ha avviato un’indagine a seguito delle denunce della stampa locale riguardo alle violenze commesse dagli agenti di polizia dello stato centrale indiano dove è maggiormente attiva la guerriglia di gruppi maoisti. E non è nemmeno tutto: nel rapporto, infatti, si paventa addirittura che il numero delle donne violentate possa essere anche maggiore, tanto che si parla di un’altra ventina di vittime almeno. 

Stupro in India, un abominio senza fine

Del resto, come drammaticamente noto, le condizioni della donna in India sono di profonda arretratezza, almeno in molte regioni. E fa davvero ancora poca differenza il fatto che la vittima di turno possa appartenere a una comunità indù o musulmana: la donna è sempre e comunque considerata un essere umano di serie B. Il Paese, del resto, per spostare di poco l’asse del discorso, è anche famoso per l’inquietante fenomeno delle spose-bambine, esattamente come il vicino Pakistan. Così, dopo quest’ultima sconvolgente rivelazione, chi sperava in un miglioramento anche lieve della situazione in virtù dell’attenzione mediatica rivolta a questo tipo di crimini; chi credeva nella volontà del gigante asiatico di uscire risolutamente dalla condizione di minorità socio-culturale caratteristica di molti Stati dell’Asia, ha dovuto ricredersi: ancora una volta, infatti, la stampa indiana non ha potuto fare a meno di segnalare con evidenza l’ultima dimostrazione della brutale recrudescenza di questo abominevole reato.

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