Anche la Croce Rossa s’arrabbia: basta attività in Afghanistan dopo eccidi
Anche i “buoni”, ogni tanto, si arrabbiano. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr) ha deciso di sospendere le sue attività in Afghanistan dopo l’uccisione di sei suoi operatori avvenuta oggi nella provincia settentrionale di Jawzjan. Lo ha annunciato la stesa Croce Rossa , sottolineando la necessità che venga fatta luce su quanto accaduto prima di riprendere le operazioni. Secondo il governatore della provincia, Mawlawi Lutfullah Azizi, gli operatori sarebbero stati attaccati da sospetti miliziani affiliati allo Stato islamico mentre erano al lavoro nel distretto di Qushtepa.
Gli operatori, come ha riferito Lutfullah Azizi, sono stati attaccati mentre stavano distribuendo fieno per animali nel distretto di Qushtepa. Il governatore, citato dall’agenzia di stampa Dpa, ha precisato che i corpi dei sei operatori sono stati recuperati grazie alla mediazione di leader tribali locali e che è in corso un’operazione per ritrovare i due dispersi. Circa un mese fa un operatore spagnolo della Croce Rossa è stato rapito nella provincia settentrionale di Kunduz e liberato dopo 19 giorni di prigionia. Prestano soccorso, portano pace e sono rapiti e uccisi. Ecco quello che accade nelle terre dominate dal fanatismo islamico.