Crocetta agita lo spettro dei centristi “cattivi” per coprire il proprio fallimento

23 Feb 2017 17:01 - di Alberto Cardillo

È stata una settimana da dimenticare per Saro Crocetta, tra i mille problemi che ormai da anni dimostra di non essere capace di risolvere, sono arrivate “Le Iene”, Pif, e un presunto brindisi tra Totò Cuffaro e deputati centristi della maggioranza di governo. Ma andiamo con ordine.

Lunedì sono arrivate le dimissioni di Gianluca Micciché, assessore alla solidarietà sociale in quota “Centristi per l’Europa” -formazione di D’Alia.-Casini-, a seguito dello scandalo sollevato dalla trasmissione di Mediaset Le Iene, nelle quali si raccontava delle condizioni di abbandono dei 3600 disabili gravi che in Sicilia sono completamente ignorati dalla Regione, la quale dovrebbe garantirne l’assistenza h24. Non solo. Micciché prima ha lasciato fuori la porta del proprio assessorato due disabili che volevano farsi portatori della vergognosa questione, e poi, dopo aver costatato d’averla fatta grossa, è andato a casa di questi ultimi, ignaro che Le Iene lo stessero registrando con una telecamera nascosta: «Io voglio aiutarvi e darvi il sostegno che meritate – dice Micciché – ma domani potrei anche dimettermi: voi dovete darmi una mano a restare in giunta». Un incitamento, per nulla velato, a difenderlo pubblicamente, rivolto da un assessore regionale a due tetraplegici.

Crocetta ha immediatamente scaricato Micciché, assumendo l’interim. «Se il settore della solidarietà sociale non funziona -dichiara Crocetta- è anche perché lì gli ex Udc non mi hanno mai indicato assessori all’altezza, da Bonafede a Miccichè. Forse è il caso di interrogarsi sulla bontà della formula del governo politico. Servono cuore e competenza. Eppure quante critiche ho ricevuto quando gli assessori li sceglievo direttamente io, o mettevo in giunta i tecnici». Insomma, è sempre colpa degli altri, film già visto.

Martedì a Palermo è arrivato pure Pif, sempre in difesa dei diritti dei 3600 disabili abbandonati dalla Regione. I maligni dicono che il regista, frequentatore delle “Leopolede” renziane, sia stato mandato da Faraone, il luogotenente siciliano di Renzi da sempre critico con Crocetta. Ma tant’è.

Pif prima ha letteralmente sommerso di urla il governatore siciliano via telefono: «La pazienza è finita! Non ci sono più margini di trattativa. Se non è capace di trovare i fondi si dimetta». Poi lo scontro si è spostato nel Palazzo della Presidenza della Regione, dove Crocetta ha ricevuto Pif e una rappresentanza di disabili. «L’assessore mi ha tradito -dichiara candidamente il governatore-, entro 2 mesi risolverò il problema». In sala non gli crede più nessuno, anche perché lui, l’uomo della rivoluzione, ormai governa da 5 anni.

La settimana amara di Crocetta volge al termine con il presunto brindisi di Totò Cuffaro con alcuni plenipotenziari centristi della coalizione di governo. Secondo quanto riportato da La Repubblica nella hall dell’hotel Senato di Roma, il brindisi sarebbe avvenuto per i 59 anni di Totò Cuffaro, al quale avrebbero partecipato Saverio Romano, Michele Pisacane, Angelo Sanza, Decio Terrana c’erano anche l’ex deputato di Canicattì Gino Alaimo (oggi dirigente di Sicilia futura) e l’ex rettore dell’Università di Palermo Roberto Lagalla, ritenuto vicino a Ncd. Sul tavolo di Crocetta ci sarebbe anche un corposo dossier, con tanto di documentazione fotografica, nel quale si ritrarrebbe anche il parlamentare dell’Ncd Dore Misuraca fra i partecipanti all’incontro con Cuffaro. Per la cronaca, l’interessato ha smentito seccamente: «Non festeggio da anni il mio compleanno» .

Ma tanto è bastato, al governatore, per aprire le danze dell’ennesimo scontro interno alla maggioranza: «Quelle stesse forze politiche alleate che mi ostacolano all’Ars, e non solo, vanno a rendere omaggio all’ex governatore. Nulla contro l’uomo – dice Crocetta – ma di certo è espressione di un’area politica diametralmente opposta alla mia. A tutti dico: è ora di uscire dall’ambiguità». Ed ecco l’annuncio: «Voglio che tutti mi confermino lealtà. Io non intendo stare più sotto scopa, non intendo essere un governatore imprigionato». La campana suona per centristi e renziani: niente poltrone senza sostegno incondizionato in questa parte finale di mandato e soprattutto nelle elezionidi ottobre. Una truce partita a scacchi dove la politica e i diritti dei più deboli c’entrano davvero molto poco.

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