Libia nel caos: le milizie anti Sarraj si autonominano Guardia nazionale
10 Feb 2017 6:44 - di Redazione
Quando la giornata volge al tramonto Tripoli si avvolge in un manto color ocra diventando un tutt’uno con le mura della città vecchia che si ergono a protezione della piazza dei Martiri. Mentre il canto delle giostre si fonde con le grida dei bambini, le litanie arabe si innalzano dagli altoparlanti rattoppati delle bancarelle. Una sorta di presepe adagiato sulla sponda Sud del Mediterraneo che fa per qualche istante dimenticare le complicate vicende della capitale libica, si legge su “la Stampa“.
Le milizie si autoprodamano Guardia nazionale libica
Sino a quando lo squarcio delle sirene riporta tutti alla realtà. Sono i pick-up giapponesi, armati con cannoncini e mitragliatrici, con a bordo uomini che imbracciano kalashnikov e indossano divise militari. Uno, due, dieci, cinquanta, attraversano la piazza in circolo scortati da altri pick-up bianchi. Tutti hanno lo stesso stemma con il Golfo della Sirte sullo sfondo e la scritta «Libyan National Guard». È la nuova creatura armata che ieri è stata protagonista dell’ennesima folcloristica prova muscolare per le vie di Tripoli, dove le forze del governo di accordo nazionale di Payez al Sarraj sono impegnate da giorni in una complessa operazione di «law & order».
I veterani di Sirte nella capitale: noi alternativa ai soldati di Sarraj
Una buona parte è composta da reduci di Sirte, volontari delle «katibe» del comando militare di Misurata Al-Bunyan Al-Marsoos che hanno combattuto e sconfitto lo Stato islamico nella città natale di Gheddafi e che rivendicano una «golden share» nella conduzione del Paese. Si sono dati appuntamento nella capitale a ridosso di una data simbolo, il 17 febbraio, quando nel 2011 iniziò la primavera libica. «Non abbiamo padroni o legami politici», dice Mahmoud AlZiga, comandante della Guardia, che annuncia la sua discesa in campo in una conferenza stampa. «La Guardia nazionale libica combatterà ogni atto criminale e terroristico, prowederà a dare supporto a ogni istituzione statale e a proteggerla da qualsiasi tentativo di golpe o attacco terroristico», spiega. Il comandante rivolge un appello alla cooperazione a tutti i libici sottolineando la determinazione a operare «al di mori delle dispute politiche, tribali e regionali». Tradotto, nessuna collaborazione con il governo di Sarraj sostenuto dalle Nazioni Unite.