Marine Le Pen all’attacco: la globalizzazione felice è un imbroglio
Domenica di campagna presidenziale in Francia. Domenica di duelli elettorali condotti a colpi di machete e di fioretto. Le danze di propaganda si sono aperte oggi a mezzogiorno all’Eliseo con l’investitura del candidato della gauche Benoit Hamon, protagonista a Parigi di una convention tra le più “boicottate” degli ultimi tempi: assenti illustri, in sala, la maggior parte dei ministri, a partire dal premier Bernard Cazeneuve, e dall’ex primo ministro Manuel Valls, uscito sconfitto dalle primarie appena una settimana fa. Da Lione, invece, ha inaugurato il suo carnet degli appuntamenti elettorali la leader del Front National, Marine Le Pen.
Marine Le Pen apre la campagna elettorale a Lione
Marine Le Pen apre e al tempo stesso entra nel vivo della campagna elettorale dal pulpito di Lione: e infatti, intervenendo davanti ai suoi numerosi sostenitori per l’avvio ufficiale della sua campagna presidenziale, la leader del Front National traccia un ardito quanto inquietante parallelo tra globalizzazione e fondamentalismo islamico, dichiarando: “Volevano una globalizzazione felice, ne hanno avuta una orrenda. Ne hanno fatto un’ideologia; la globalizzazione economica che rifiuta ogni regolamentazione e priva la nazione dei suoi elementi costitutivi, consentendo ad un’altra mondializzazione di nascere e crescere: il fondamentalismo islamico”. Poi, riprendendo uno dei capisaldi della sua strategia politica e del suo credo propagandistico, rilancia: “Non vogliamo vivere sotto il giogo del fondamentalismo islamico”: e forse questo è uno dei convincimenti e degli obiettivi che più l’avvicina alla nipote Marion, nel segno di un contrasto forse più rilanciato dai media che vissuto in casa Le Pen.
Le due Le Pen, Marine versus Marion e viceversa?
E allora, più che di contrapposizione ostile, nel caso delle due protagoniste della scena elettorale d’oltralpe bisognerebbe forse parlare di contrasti interni a un partito che si possono leggere anche come diversificazione di strategie e obiettivi. In particolare sui media “di sinistra”, però, non si perde occasione per enfatizzare la contrapposizione fra Marine e Marion Le Pen, con il dichiarato intento di indebolire le posizioni del Front National – che i sondaggi indicano come primo partito di Francia – in vista delle ormai prossime elezioni politiche nell’Esagono.
Il tentativo di esorcizzare vecchi fantasmi del Fn
E così, se la zia Marine appare impegnata in una campagna di “de-diabolizzazione” del suo partito, sul filo di una tradizione laica e repubblicana che potrebbe attirare consensi anche da parte dell’elettorato tradizionale di centrodestra, la nipote Marion si mostra più “movimentista” e legata a una concezione cattolico-tradizionalista della vita e della società. In definitiva, non è azzardato pensare ad un’attualizzazione del vecchio motto rivoluzionario “marciare divisi, per colpire uniti” insomma. Resta solo da scoprire in che misura il popolo francese si sentirà pronto a eludere una legge elettorale che, fino ad oggi, ha penalizzato il Front National, negando la rappresentanza nelle istituzioni – ultimo esempio: le recenti elezioni regionali – a milioni di cittadini, nel segno della paura che riunisce famiglie politiche distanti, pur di escludere il Front dalle stanze del potere.