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Polizia, nasce la banca dati italiana del Dna, l’arma digitale contro il crimine

Polizia, nasce la banca dati italiana del Dna, l’arma digitale contro il crimine

Cronaca - di Redazione - 16 Febbraio 2017 alle 14:07

Indagini sempre più hi-tech grazie alla Banca dati del Dna. Recentemente è entrata infatti in funzione la Bdn-Dna, acronimo della Banca dati nazionale del Dna. Il nuovo sistema, a disposizione delle Forze di polizia, consente il confronto dei profili del Dna acquisiti sulle scene del crimine con quelli dei soggetti sottoposti a un provvedimento del giudice (e indicati dalla legge 30 giugno 2009, n.85, articolo 9). Questo strumento incentrato sulla genetica dei soggetti «facilita, tra l’altro, le attività di contrasto della criminalità transfrontaliera e del terrorismo internazionale», si legge in una nota della Polizia di Stato. «Gli standard qualitativi adottati – ha affermato il capo della Polizia Franco Gabrielli – pongono il sistema italiano all’avanguardia nello scenario europeo».

La banca dati nazionale del Dna in dotazione alla Polizia

Il risultato è una banca dati che raccoglie dati sensibilissimi su cui la normativa italiana richiede rigorosi controlli di garanzia esercitati dalle autorità nazionali, quali l’Autorità Garante per la Protezione dei dati personali e il Comitato nazionale per la Biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita della Presidenza del Consiglio dei ministri, nonché da Accredia (Ente nazionale di accreditamento dei laboratori di prova). La Banca dati nazionale del Dna, che è una Divisione del Servizio per il Sistema informativo interforze (Ssii), è incardinata nel Dipartimento della Pubblica sicurezza, all’interno della Direzione centrale della Polizia criminale.

Un archivio per la lotta al crimine straniero e al terrorismo

E allora, anche in queste ore sono in corso le operazioni di inserimento in banca dati dei profili del Dna ottenuti dai Laboratori della Polizia scientifica e del Raggruppamento investigazioni scientifiche, i reparti specialistici, rispettivamente, della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri, accreditati ai sensi della norma internazionale Uni En Iso/Iec 17025, cioè secondo i requisiti tecnici richiesti per lo scambio dati in ambito forense.

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16 Febbraio 2017 alle 14:07