Sedicenne violentata, la rabbia sul web. Meloni: basta, il governo si svegli
Polemiche, solidarietà e punti oscuri sulla dinamica dello stupro. Il giorno dopo la violenza contro la sedicenne milanese, abusata sul treno per Vigevano da due nordafricani mentre stava tornando a casa da scuola, la rabbia corre sui social. Ed è una valanga di commenti indignati, da quelli dei politici ai cittadini comuni che chiedono più sicurezza.
Sedicenne violentata, la rabbia sui social
“In ospedale le hanno riscontrato un trauma cranico, contusioni multiple e la frattura di una costola. Solidarietà alla ragazza e rabbia per l’ennesimo episodio che conferma la grave emergenza sicurezza che vive l’Italia. Siamo stufi: il governo si dia una svegliata e la smetta di considerare la sicurezza come un optional”, è il post di Giorgia Meloni che ha scatenato decine e decine di reazioni. Matteo Salvini si chiede ironicamente come mai “non si leggono nazi-femministe ullulanti indignate per la sedicenne picchiata e violentata in treno da 2 africani a Milano”. Quelle femministe senza se e senza ma sempre in prima fila, almeno a parole, contro le violenze e il mobbing. In un post precedente il leader leghista aveva “consigliato” una soluzione non proprio soft: “Per quelli che violentano una pillola, Zac e non lo fanno più!”. Molti post attaccano l’accoglienza indiscriminata degli immigrati.
Il mobbing via facebook
Quella stessa rete che oggi si indigna è in qualche modo complice e strumento dell’escalation di violenza quasi sempre ai danni di giovani donne mobizzate virtualmente sui social network. La ragazza, insultata, colpita con calci e pugni e palpeggiata più volte nelle parti intime, che ha subito denunciato l’episodio alla polizia, ha descritto due giovani in jeans e felpa col cappuccio, con accento maghrebino. Mai visti, a suo dire. Ma la vittima della violenza sessuale ha aggiunto un particolare non trascurabile: da qualche mese un giovane l’aveva contattata via Facebook, chiedendole l’amicizia e un incontro di persona, facendosi via via sempre più pressante. La regazza, però, si sarebbe sempre rifiutata.