Trapianto di rene, Padova leader in Italia: superati 2000 interventi

22 Feb 2017 16:00 - di Sara Gentile

Il Centro di Chirurgia dei Trapianti di Rene e Pancreas dell’Azienda Ospedaliera-Università di Padova diretto dal professor Paolo Rigotti, ha raggiunto il traguardo di 2050 trapianti confermandosi Centro leader in Italia. Ogni giorno più di 6700 pazienti in Italia attendono il trapianto di rene, con liste d’attesa che rimangono dolorosamente lunghe e tempi medi di attesa in lista di circa tre anni. Ogni volta che si rende disponibile un organo da trapiantare si mettono all’opera decine di operatori ad altissima specializzazione: chirurghi, anestesisti, anatomo-patologi, nefrologi, infermieri; oltre a chi si occupa del trasporto degli organi e del coordinamento; sono molte le persone che impegnano al massimo le loro energie, fornendo una disponibilità 24 ore al giorno per sette giorni alla settimana.
 

Il primo trapianto di rene risale al 1991

L’attività trapiantologica del Centro è iniziata nel 1988 con il primo trapianto di rene da donatore deceduto e successivamente, nel 1991, si è estesa ai trapianti combinato di rene e pancreas e di rene da donatore vivente; inoltre nel 1999 è stato effettuato uno dei primi doppi trapianti di rene in Italia da donatore anziano. A dieci anni dal trapianto la sopravvivenza del rene è superiore al 70%. La crescita del numero dei trapianti è stata notevolissima se si pensa che nei primi anni la media annuale era intorno ai 15 trapianti; oggi invece si superano i 150 trapianti all’anno.

In aumento le donazioni di organo

Nel 2016 sono stati eseguiti nel Centro di Padova 161 trapianti di rene di cui 50 da donatore vivente ponendolo al primo posto in Italia. Questo grande incremento è dovuto certamente ad un aumento delle donazioni ma anche allo sforzo di utilizzare al meglio tutte le risorse che possono incrementare il pool dei donatori disponibili. Per perseguire questo obiettivo il Centro Trapianti di Padova si è impegnato a sviluppare due programmi in particolare: il doppio trapianto di rene, che ha consentito di allargare i criteri di idoneità alla donazione e il trapianto di rene da donatore vivente, spiega l’Azienda Ospedaliera. L’aumento dell’età dei donatori che si è verificata negli ultimi trent’anni, ha portato infatti alla necessità di allargare i criteri di idoneità alla donazione di rene, includendo nel pool dei donatori anche soggetti di età molto avanzata. La percentuale di donatori sopra i 60 anni è passata dal 10% nei primi 10 anni di attività fino a superare attualmente il 40%. Al fine di ottimizzare l’utilizzo di questi donatori,  si legge nella nota dell’Azienda Ospedaliera, garantendo risultati ottimi e paragonabili a quelli che si ottengono con reni provenienti da donatori più giovani, è necessario elaborare apposite strategie per valutare la qualità degli organi e applicare particolari tecniche chirurgiche; tra queste si annovera il doppio trapianto di rene, in cui entrambi i reni di un donatore vengono trapiantati in un singolo soggetto.

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