Trump rischia “l’effetto-Berlusconi”: i giudici che non fanno governare…

7 Feb 2017 19:31 - di Antonio Pannullo

Il braccio di ferro tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e alcuni giudici che invalidano i suoi decreti ci devono allarmare: le potentissime forze anti-governative (quando governa un uomo non di sinistra) che hanno agito negli ultimi decenni in Italia stanno scendendo in campo anche negli Stati Uniti: il legittimo Muslim ban del presidente Trump è stato stoppato da due giudici, che ne hanno invalidato l’efficacia. Questo pone un problema, oltre che giuridico-costituzionale, anche di governabilità e di democrazia. Non è concepibile che un presidente di una repubblica non possa mettere in atto le leggi per cui è stato votato. Prepariamoci a vedere questi spettacoli anche in Francia, nel caso vincesse la Le Pen. Il bando di Trump è costituzionalmente legittimo, perché negli anni scorsi gli Stati Uniti hanno messo in atto già diverse volte bandi all’ingresso di determinati gruppi di persone: cinesi, iraniani, anarchici, comunisti, sieropositivi, oltre ai casi di ebrei in fuga dal nazismo respinti alle frontiere nell’imminenza del secondo conflitto mondiale. In un Paese, l’America, dove in nome della “sicurezza nazionale” si possono anche violare i diritti umani, sembra pretestuoso invalidare quello che è una elementare misura di ordine pubblico anti-terrorismo, soprattutto alla luce dei gravi attentati islamici avvenuti sul territorio degli Stati Uniti, per non parlare di quelli avvenuti in Europa, più gravi ancora, e di quelli del Medio Oriente, che superano ogni orrore e quantificazione.

Trump ha dato seguito a ciò per cui è stato eletto

Obama e la Clinton, che oggi avversano i provvedimenti della Casa Bianca, li abbiamo visti andare a celebrare commossi l’11 Settembre, in cui oltre tremila cittadini americani persero la vita per mano del terrorismo islamico. Con il suo provvedimento Trump vuole impedire che tragedie simili accadano di nuovo, e in questo particolarissimo momento storico l’unico modo per farlo è allontanare gli islamici, i buoni quanto i cattivi. Di più non si può fare, anche se Trump questo di più forse vuole farlo: ossia ritirare le truppe americane dai teatri orientali, principalmente Afghanistan e Iraq, dove l’intervento americano non solo non ha risolto i problemi ma anzi li ha aggravati. Per non parlare della Libia, dove la detronizzazione e il successivo linciaggio del rais Gheddafi ha spalancato le porte dell’Europa, per il tramite della debole Italia, a centinaia di migliaia di clandestini che non solo non scappano da alcuna guerra, ma che probabilmente la guerra, culturale e reale, ce la vogliono portare dentro casa. Diverso per Trump il discorso sulla Siria, che si potrà lasciare solo dopo che i terroristi islamici del sedicente Califfato islamico saranno stati messi in condizioni di non nuocere. E chissà se Trump renderà pubbliche le dinamiche con le quali dall’estero è stato organizzato un – fallito – colpo di Stato armato contro il legittimo presidente di una nazione pacifica. Concludendo, quando la destra vince, in qualsiasi parte del mondo, si mettono in moto forze oscure ma potentissime, finanziarie, politiche, economiche, mediatiche, tese a delegittimare quel governo sgradito : lo abbiamo visto con Putin, con Orban, con Jean-Marie Le Pen nel 2002, con Reagan, con Bush padre e figlio, ora lo vediamo con Trump. Ma soprattutto noi italiani lo vedemmo con Silvio Berlusconi, che dopo il 1994 cominciò ad essere indagato dalla magistratura per tutta una serie di reati, allo scopo di non farlo governare: su 34 processi, è stato condannato solo in uno, il processo Mediaset, in cui per la prima volta l’ex premier è stato condannato con una condanna passata in giudicato. E che di fatto ha escluso Berlusconi dalla vita politica italiana. Ma in tutto il suo “ventennio” gli è stato impedito di governare liberamente, costringerlo a dare la sua attenzione e le sue risorse ai fatti giudiziari anziché al governo dello Stato. C’è qualcosa che non va, in questo sistema: perché un politico che ha avuto il consenso non può governare mentre alcuni giudici non eletti da nessuno – come invece accade nei Paesi anglo-sassoni con la Common law – possono di fatto paralizzare un governo eletto. E qualcuno di questi giudici, pochi per la verità, sembra farlo per motivi politici.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *