
I sindaci “del cratere” ai senatori: con questa legge rischiamo il dissesto
Cronaca - di Redazione - 26 Marzo 2017 alle 19:15
Insoddisfatti e preoccupati da un’emergenza sisma che non vede la fine, prendono carta e penna e scrivono ai membri del Senato perché rimettano mano al decreto per la ricostruzione delle zone terremotate già approvato alla Camera. Sono i sindaci dei comuni di Ascoli Guido Castelli, di Teramo Maurizio Brucchi, di Macerata Romano Carancini e di Spoleto Fabrizio Cardarelli, a lanciare l’Sos al Senato per chiedere modifiche sostanziali al provvedimento che altrimenti, dicono, “rischia di portare al dissesto i comuni del cratere”. “Siamo profondamente insoddisfatti del testo del Decreto Sisma Ter approvato dalla Camera in sede di conversione. Sono stati respinti, infatti, tutti gli emendamenti provenienti dall’Anci, e comunque sollecitati dagli enti locali, volti a sostenere i comuni del cratere sotto il profilo dei vincoli di finanza pubblica”. Per evitare il dissesto i primi cittadini dei comuni del cratere chiedono modifiche e integrazioni per poter svolgere – dicono – “quel ruolo attivo che, pure, il decreto per altri versi dichiara di vuole stimolare. I comuni possono e devono essere gli agenti pubblici protagonisti del complesso processo di ricostruzione e, dopo tante incertezze, le Autorità nazionali sembrano aver finalmente accettato questo elementare principio”.
L’appello dei sindaci ai senatori
La richiesta è che i Comuni, già penalizzati da sei anni di tagli selvaggi, vengano messi al riparo dai rischi di un dissesto finanziario causato dalle implicazioni finanziarie del terremoto attraverso la deroga all’obbligo del parere di bilancio per il triennio 2017/2019″. “Un intervento assolutamente necessario e che, di fatto, ove non introdotto potrebbe determinare effetti paradossali come l’impossibilità tecnica per i sindaci di spendere i soldi ricevuti per effetto di donazioni”. Terreno minato anche quello della tassazione, sulla cui cancellazione, almeno parziale, il governo no ha dato risposte concrete. “Avevamo richiesto specifici interventi normativi che prevedessero il ristoro integrale , o quantomeno parametrizzato, anche del minore gettito della tassa sui rifiuti. Ad oggi è previsto, senza che peraltro siano noti tempi e modalità, il ristoro del mancato gettito Imu per gli immobili inagibili “. L’appello si conclude con una richiesta ultimativa dopo che la Camera ha preferito glissare. “Ora la palla passa al Senato: tocca a Palazzo Madama scegliere se devastare la capacità operativa dei comuni e dei territori vittime della più grave crisi sismica che l’Italia abbia mai ricordato dal 1703 ad oggi oppure consentirci di aiutare la nostra gente”.
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