La destra è donna. E il tempo scorre a favore di Giorgia Meloni
Cavolo, se Vico e Nietzsche non avevano ragione. Se non è un corso- ricorso questo. O se volete, un Ritorno dell’Eguale: cos’altro deve succedere? Arriva dal futuro. E dal passato. Il Proporzionale. E la Proporzionale. La Vecchia Carta ha mandato a quel paese il Toscano: la coppia referendaria Renzi&Boschi è scoppiata. Il Popolo non si è fatto brechtianamente cambiare dal Governo. E lo ha mandato gambe all’aria. Ha cangiato il Tosco (e tutti quei loschi toschi) con il Conte Romano. E, secondo il rito Prop, non si è dato la Quarta Repubblica. No, il quarto governo della Terza. Non “eletto” – si fa per dire – dalle genti. La Consulta ha messo bianco su nero, scritto nei Codici il passaggio. Storico e politico.
Ciclo proporzionale: il Prima vestito di Dopo
Si torna al Prima. Vestito di Dopo. Con l’ardua sentenza si dovranno misurare Montecitori e Madame: ma al volgo, che ha finito pure le brioche, sapete quanto gliene frega. Intanto è andata in onda la scissione dei Democratici. Poca roba, al confronto con lo scisma così ideologico, culturale, rosso fuoco di quasi 50 anni fa dei “radiati” del Manifesto. I Dem che – reggente Orfini, sono a Romolo Augustolo – sono in ritardo di un lustro rispetto alla dissoluzione dei Pop-Lib di Berlusconi eccetera. Ci sono arrivati. Noiosi da morire questi, da “drama”, quegli altri. Allora. Adesso, quel dito alzato a destra fa ridere. E piangere quanti ci credettero. Ora è soap opera. E romanzo criminale. Il Ciclo Proporzionale inghiotte. E centrifuga. Taglia, spacca, divide. “Pro portione”. Un po’ ciascuno. Porzioni. Fettine. Sempre di più. Sempre più piccole. Atomi. Particelle. Bosoni. Politica quantica. A sinistra. E a destra. Dove la Lega combatte ancora contro l’immaginario l’Imperatore immaginario. Il quale non molla. Non desiste. Anzi. Resiste. Insiste. Su se medesimo. O qualche Alter Ego. Di sé, certo. Di chi, se no? Che Parisi, esangue. Che Cairo, troppo. Toti ? Ma neppure ci pensa. Lui ha tanti nuovi in testa. Con sopra lui, il Grande Nuovo. Che si rilancia: tasse a nessuno. E dentiere e pensioni a tutti. Mille euro universali. Mille e una notte. Un vitalizio sociale. Socialista. Bernie Sanders al cubo. Un reddito di cittadinanza per seniores. Perché i Pentastellati sì e lui – creatore di miracoli, tanti mai avvenuti, qualcuno vero – no ? A destra nasce un’altra porziuncola. Con le ambizioni da particella di Dio. Guidati da due Veterani. Sopravvissuti a tempeste. E guerre perdute. Decisi alla sfida delle sfide: battere il Tempo. Il loro. Vincerlo. Ai remi un po’ di quasi giovani. Ultrà sovranisti. In mare aperto. Temerari ? Finiranno sugli scogli, dite ? No. Sono “sperti”, si dice a Palermo. Male che va li issano a bordo.
Giorgia la Capa: scende in piazza. E nei cuori
Intanto la destra già mignon cresce. Piccola, sempre meno piccola. La Capa al timone, è diventata Grande. Giorgia cresce. Naviga. Alza bandiere. Buca. Acchiappa. Conquista. Scende nelle piazze. E nei cuori. Di tanto popolo. Di destra. E non. La ben pensano anche i benpensanti. E sinistri nostalgici del comunismo borgataro. Petroselliano. Ingraiano. Sì, i suoi Fratelli sono piccoli. Talvolta in tutto. Qualche volta nanetti. Ma si fanno. Da sè. Maggiorenni. Perché hanno una Biancaneve. O una Marianna. O una Jeanne d’Arc. Fate voi. E aumentano. Sbagliando. Ma aumentano. Vanno. Oltre la “portio” del 5. Per alcuni hanno varcato le Colonne del 6. Più in là. Se beccano l’Eolo giusto. Intanto il Pro Portione è il loro Plasmon. La Fiamma è il portafortuna. L’amuleto. Il “simbolo” – l’etimo rivela, è ciò che unisce – ora è Lei. La sua faccia. Unica donna-leader nel Paese politico. Vi pare poco? È lei che invera a destra l’idea di Moderni e Antichi: ” Siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l’altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti”. Lo ha lasciato detto Bernardo di Chartres, al suo allievo Giovanni da Salisbury. Che ce lo ha tramandato. Intuizione felice. Metafora mitica della tradizione che si rinnova. Sulla “rive droit”. Lei il Tempo non deve vincerlo: lo ha. Lo fa scorrere. A suo favore. Panta Rei.
Scivolerà nel passato pure Lui: mr B. Anche se si è fatto il Mausoleo.
L’Establishment vuole il Caimano in salotto. Sarà Mazzarò o Alchimista?
Intanto se la gode. Ora è vellicato, quanto fu perseguitato. Cercato, quanto fu rifiutato. Accolto, coccolato, lusingato. Non più deriso. E circuìto. Dopo il Ventennio, lo vogliono. Loro. Nel Salotto. Un Caimano in salotto? Esotico? Chic? Kitsch? Affatto. Non è gusto. Serve. Il callido Letta e il Vespa fidelis non sono più soli. Gli altri lo cercano, eccome lo cercano. Pure il mielato Mieli, dopo la mondadorizzazione di Rizzoli. Pure l’odioso Scalfari. E financo l’odiatone De Benedetti. I Barbari sono alle porte. I Pentastellati. I Lepenisti. I Sovranisti. I Populisti. La Res Publica ha bisogno. L’Establishment ha paura. Se potessero lo rimetterebbero in Senato. Minzolini&Lotti. Visto ? Funziona. Il Nazareno funziona. Sempre. Basta ricaricarne le pile. E pure lui ha bisogno. Per la sua Res in commercio. La Roba. Deve difenderla dai Barbari. E dai Galli. Dai Vivendi. Dai Mandarini. Da Chi Lo Sa. Antenne. Libri. Giornali. Assicurazioni. La Medusa. La squadra. Gli Azzurri. Roba. Bella roba.
“Che tutti si rammentavano di avergli dato dei calci nel di dietro, quelli che ora gli davano dell’eccellenza, e gli parlavano col berretto in mano…Questa è una bella cosa, d’avere la fortuna che ha Mazzarò! – diceva la gente; e non sapeva quel che ci era voluto ad acchiappare quella fortuna: quanti pensieri, quante fatiche, quante menzogne, quanti pericoli di andare in galera” (G. Verga, ” La roba”, in “Novelle rusticane”).
Vabbè. Altri tempi. Perché non c’è un Verga a narrare. Narriamocela da noi. Scarabocchiamo. Cacazziamo con i tasti. Sul centro trattino destra. Che gira ancora su: che farà il Signore di Arcore? Sarà Mazzarò o sarà Cavaliere? Crederà al Renzi, ammaccato e braccato, due punto zero? Al Nazareno risorto? Mmmh. Ci sarà più? L’onta del Colle non gli brucia ancora? O farà il Lord protettore della destra nova di Giorgia, di Matteo l’altro, il giusto? Degli armati sovranisti in marcia? Farà il king maker? Sente l’odore del sangue nemico? È ancora nemico? Proverà a civilizzare, filtrare, raffinare, doppio-monetizzare questi destri maledetti da e contro Bruxelles? Si farà Alchimista? Cercherà la formula ossimorica dell’antieuropeismo europeo ? Del sovranismo temperato? Si farà Concavo e Convesso, come suggerisce il Merlo Fogliante? O, al contrario, si merkelizzerà? Giusto ora che Angela-Diavola è stata umiliata alla Casa Bianca? Adesso che il kapò Schultz può gettarla nella polvere? Insomma, si alfanizzerà? Lui? Lui? Roba o volontà di potenza? Ragione o vittorioso istinto? Cerasa o Belpietro? Confalonieri o Santanchè? Nessuno. Di loro. Sceglierà la Pizia. Vedrete. Come sempre. Da sempre. Ghisleri per sempre.