Operazione “reset”: la polizia chiude 12 sale giochi a Napoli, Bari, Palermo
Ben 300 poliziotti dei nuclei della Polizia dei giochi e delle scommesse dislocati tra Napoli, Bari e Palermo, istituiti presso lo Sco. Il concorso alle operazioni garantito dalle squadre mobili e dalle divisioni anticrimine delle questure coinvolte e dei reparti prevenzione crimine operanti su quei territori e, soprattutto, una capacità di coordinamento notevole: questi i segreti del successo dell’“Operazione reset”, che ha portato alla chiusura di 12 sale giochi, strategicamente ubicate nei pressi di alcune scuole frequentate da minorenni.
Operazione reset: la Polizia chiude 12 sale giochi al sud
«L’obiettivo – ha spiegato la polizia illustrandi i dettagli dell’operazione – è stato prevenire e reprimere il fenomeno del gioco illegale e delle scommesse clandestine, nonché le infiltrazioni della criminalità organizzata, anche mafiosa, nel settore dei giochi e delle scommesse. Un fenomeno notoriamente fonte di enormi guadagni per la malavita». Un’operazione vasta e articolata che, anche per le proporzioni che il caso e le indagini relative hanno via via assunto, ha previsto controlli mirati della Polizia su 104 esercizi commerciali (punti di ricarica, sale giochi, sale scommesse e associazioni culturali), la chiusura di 12 sale giochi, la denuncia di 24 persone, responsabili di esercizio abusivo di attività di gioco e ricettazione. Inoltre la polizia ha emesso ben 59 contestazioni e sanzioni amministrative, che hanno anche riguardato il mancato rispetto delle regole di sicurezza sul lavoro. Infine, sono stati sequestrati 21.380 euro in contanti e documenti contabili utili per ricostruire i flussi illeciti di denaro.
Il business di gioco e scommesse e le organizzazioni criminali
«Si tratta di una vera e propria contabilità, parallela a quella legale, riportata sia in tradizionali libri mastri in cui venivano indicati nomi, cifre e conti correnti, anche stranieri; sia in sofisticati software di gestione contabile – ha aggiunto la Polizia in merito ai ragguagli sull’Operazione appena conclusa – un giro di affari, quello che ruota attorno al mondo dei giochi e delle scommesse, che ha raccolto nel 2016 oltre 90 miliardi di euro e che ha attirato anche l’interesse delle organizzazioni criminali italiane e straniere, anche di tipo mafioso». Da diversi anni, infatti, ha concluso la Polizia, «le mafie tradizionali (cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra) stanno rilevando punti scommesse alterando la libera concorrenza nel settore, acquisendo il controllo di attività commerciali o investendo direttamente ingenti capitali nella gestione di centri trasmissione dati, avvalendosi anche di bookmakers stranieri e di una vasta rete di insospettabili prestanome, per intestare le attività imprenditoriali». Resettare, insomma, era più che necessario.