«Raggi mi supplicò di aiutarla»: così Marra mette nei guai il sindaco

9 Mar 2017 14:47 - di Federica Parbuoni
marra

Altro che «solo uno dei 23mila dipendenti del Campidoglio», come disse Virginia Raggi dopo l’arresto. Raffaele Marra, nell’interrogatorio di garanzia che ha tenuto a Regina Coeli il 20 dicembre, ha confermato che il sindaco non la pensava affatto così e che lo implorò di tornare in Campidoglio per sostenerla nell’esercizio del suo mandato. Non solo: Marra ha raccontato di essere stato dissuaso dall’andare via quando sui giornali già si parlava dei rapporti con l’imprenditore Scarpellini, che poi hanno portato al suo arresto con l’accusa di corruzione. 

Marra si difende dall’accusa di corruzione

«Più volte ho manifestato al sindaco Raggi che volevo andare via», ha detto Marra durante l’interrogatorio, facendo riferimento alle fasi precedenti l’arresto, quando l’affaire della casa che sarebbe stata acquistata con i soldi di Scarpellini già riempiva le pagine dei giornali. «Io non sono corrotto sono una persona perbene. Il mio rapporto con Scarpellini era solo amichevole, forse l’ho visto dieci volte», si è poi difeso Marra, che ha raccontato anche di essere stato «supplicato» da Raggi perché rientrasse e la aiutasse nell’amministrazione. 

«Raggi mi chiese aiuto»

«Il sindaco Raggi mi chiese: mi puoi aiutare a far ripartire la macchina organizzativa?», ha detto Marra agli inquirenti, aggiungendo di essere stato «sollecitato, pregato, supplicato di rientrare dall’aspettativa, perché di questo si è trattato». «Io non volevo rientrare e – ha aggiunto l’ex capo del personale del Campidoglio – potete sentire il sindaco e il vicesindaco per verificare quello che sto dicendo». 

Quelle chat su incarichi e compensi

Nuove rivelazioni si aspettano dal processo, dove Marra sarà sentito il 25 maggio. Intanto, conferme arrivano dagli atti depositati e in particolare dal contenuto delle chat da cui emerge, come già successo in fase di indagine, che era Marra a muovere i fili del Campidoglio. E a farlo già da prima che la Raggi diventasse sindaco. «Domani ti mando un foglio Excel con i provvedimenti da adottare subito, e un foglio word in cui ci sono i possibili incarichi e le possibili retribuzioni. Ma come ti dicevo prima te li devo spiegare», scriveva Marra a Salvatore Romeo il 12 giugno 2016, dieci giorni prima che Raggi fosse eletta. 

Le nomine con la procedura dell’«interpello»

Ne emerge un ruolo di enorme peso di Marra, che attraverso sms, chat ed email, fin da subito ha iniziato a porre le basi per la macrostruttura dirigenziale, il nuovo organigramma interno del Campidoglio attraverso quell’istituto dell’interpello al personale tramite il quale i dirigenti potevano indicare a quale incarico volevano essere destinati. Procedura con cui si arrivò anche alla promozione del fratello di Raffaele Marra, Renato, per la quale lo stesso ex capo del personale del Campidoglio è indagato insieme alla Raggi. 

 

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