Strage di Bologna, ancora su Cavallini. Come se ci fossero novità…
La notizia della riapertura delle indagini a carico di Gilberto Cavallini, attualmente in stato di detenzione a Terni, ha sollevato molto clamore, sia a Bologna sia sulla stampa nazionale. In realtà, più che una nuova iniziativa giudiziaria, quella messa in piedi contro l’ex-Nar sembra il gioco delle tre carte, dove elementi già noti e già vagliati dall’autorità giudiziaria vengono solo ricombinati diversamente, nel tentativo di ottenere un ribaltamento dell’archiviazione disposta per gli stessi fatti nel 2013. Per altro, il commento di ieri di Paolo Bolognesi, parlamentare del Pd e presidente dell’Associazione familiari delle vittime – «Speriamo che ora non li fermino. Che li lascino indagare fino in fondo» – ha sollevato il dubbio che ci sia anche un tentativo di pressing sui giudici che hanno in carico il fascicolo di Cavallini, dato che anche queste ennesime, nuove indagini sono già terminate. Infatti, lo scorso 23 febbraio, il pool di “pm” che si occupano del caso hanno notificato a Cavallini la fine delle investigazioni a suo carico, depositando gli atti risultanti e mettendoli a disposizione delle parti; ora, tocca alla difesa produrre materiale di contrasto e, nel termine di 20 giorni dalla notifica, ci dovrebbe essere l’udienza davanti al gip, con la richiesta di archiviazione o di rinvio a giudizio, su cui dovrà esprimersi appunto il giudice per l’indagine preliminare. E sarebbe alquanto singolare tornare in aula per dibattere un aspetto della vicenda che è già stato sviscerato innumerevoli volte.