“Umberto II, settant’anni di esilio”: sabato il convegno a Roma
Umberto II, settant’anni di esilio è il tema del convegno che si terrà sabato 18 marzo al Centro Congressi Cavour di Roma. Sono previsti gli interventi del prof. Aldo A. Mola, del prof. Francesco Perfetti, dell’avvocato Marco Grandi. Concluderà la giornata Alessandro Sacchi, presidente dell’Unione Monarchica Italiana. Alle 18, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, ci sarà la Messa in suffragio.
Alessandro Sacchi, che cosa rimane di Umberto II nella memoria degli italiani settant’anni dopo il referendum del 2 giugno 1946?
Umberto II, riduttivamente nominato “il Re di maggio”, fu a capo dello stato unitario per due anni, dal 5 giugno 1944, con la nomina a Luogotenente Generale del Regno, anticipando le grandi linee a cui avrebbe ispirato la sua opera di innovatore. Sua fu la decisione di formare l’Assemblea regionale siciliana, di cui firmò lo Statuto. Fortemente volle l’estensione del diritto di voto alle donne, già nel 1945 ed è notoria la sua opera per la pacificazione nazionale, nel poco tempo che ebbe a disposizione, favorendo il dialogo tra le parti politiche in un Paese appena uscito da una guerra perduta.
23 giorni di regno, 70 anni di esilio
Nei 37 anni di esilio da vivo, il Re si distinse dando un esempio di sobrietà e di misura. Sempre disponibile alle richieste di tutti gli italiani che avessero bisogno di aiuto, non ebbe mai risentimento per quella che continuò a considerare la sua Patria, invitando, anzi, ad amarla a rispettarla e servirla e, nonostante negli ultimi anni l’incalzare dell’età e della malattia gli avessero fatto sperare di poter morire in Italia, l’esilio continua…
A cosa punta l’Unione Monarchica?
Lottiamo per il conseguimento dei due nostri principali obiettivi: la sepoltura nel Pantheon delle salme di Umberto II, con la regina Maria Josè, e di Vittorio Emanuele III, con la Regina Elena. E soprattutto ottenere l’abrogazione dell’art.139 della Costituzione, “La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale”.